
Mandy, scritto e diretto da Panos Cosmatos ed interpretato da Nicolas Cage è un thriller a sfondo esoterico presentato al 36esimo Torino Film Festival. Questo film narra di una revenge story in chiave horror-esoterica fortemente incentrata sull’azione in un mondo psichedelico. Guardando questo film risulta impossibile non ritrovarsi incantati, quasi come sotto l’effetto dell’allucinazione che affligge i personaggi, a domandarsi cosa è reale e cosa no. La storia si avvale di un tema sottostante fortemente esoterico e fantasy che si esprime tramite regia, fotografia e musiche encomiabili. Risulta quindi una forte atmosfera da sogno che avvolge e cattura nel primo tempo per trasformarsi in un horror sanguinolento molto heavy metal nel secondo. È innegabilmente un prodotto di nicchia e che dividerà il pubblico ma nel suo mix di sarcasmo, gore e onirico non vi sono dubbi che rimarrà un film di culto negli anni a venire.
Mandy: una storia allucinogena nella violenza e nel mistico
La storia di Mandy ha premesse molto comuni: un uomo, la cui moglie viene uccisa, va alla ricerca di vendetta. Cosmatos però riesce a modificare questo clichè grazie all’atmosfera onirica e metafisica che accerchia tutto il film. Tutta la storia risulta incentrata infatti su figure demoniache, romanzi fantasy e sul tema di Dio utilizzando l’ultra violenza come linguaggio narrativo. La razionalità che possiamo trovare in Red, Cage, e Mandy, Andrea Riseborough, all’inizio del film si perde col passare dei minuti. Mentre i vari personaggi vengono a contatto con questo mondo folle anche lo spettatore viene trascinato con essi, portando inevitabili domande su cosa effettivamente sia vero di quello che si sta guardando. Questa violenza molte volte diventa quasi ironica, con un Red furibondo che perpetra la propria vendetta in modi così eccessivi da diventare ironici. Il modo migliore per definire questa brutalità è infatti sarcastica, divertente ma non comica.
Mandy: Nicolas Cage scatenato
Questo film si regge e dovrà gran parte del suo successo grazie alla performance del cast, sottolineando in particolare l’abilità di Nicolas Cage. Red, nel film, pare un mix tra un folle vigilante e Ghost Rider (che nel film viene richiamato con una epica scena nel terzo atto). Dove all’inizio abbiamo un Cage tranquillo ed amorevole nella sua vita quasi bucolica con Mandy troviamo, da metà film, un ribaltamento totale del personaggio. Il dolore, le urla e la furia che si sviluppano (o si liberano?) in lui lo rendono una macchina per uccidere guidata solo dalla sete del sangue dei suoi nemici. Il mondo che percepiamo nel film si trasforma con Red, rendendo il punto di vista di Cage quello dello spettatore in questa discesa vorticosa nella follia.
Mandy, interpretata da Andrea Riseborough, grazie ad una interpretazione quasi spettrale riesce a trasmettere un senso di inquietudine che cattura e non fa staccare gli occhi dallo schermo. Il restante cast, formato dai Figli della Nuova Alba fin da subito invece porta questo senso di follia cultista che attanaglierà il resto del film. La loro guida è Jeremiah Sand, Linus Roache, che nel film si dimostra ipnotico e folle, ricordando a tratti un Charles Manson o Jame Gumb. Il paragone con Manson ritorna anche nella follia del culto, tra cui abbiamo Olwen Fouéré e Ned Dennehy, un insieme eterogeneo il cui unico legame è la venerazione ed obbedienza verso Jeremiah.
Mandy: grande abilità tecnica per trasportare nel fantastico
Con una atmosfera che si evolve da reale ad un paradossale mondo che sembra uscito da una copertina degli Iron Maiden, questo film trasuda di onirico. Questo effetto si raggiunge grazie ad un abile e fruttuoso connubio tra fotografia, musica e regia. La fotografia, a cura di Benjamin Loeb, agisce primariamente rendendo fin da subito certe inquadrature potenzialmente banali cromaticamente alienanti. Questo fa si che, fin da subito, lo spettatore colga che in questo mondo ci sono dettagli e premonizioni di un futuro che rasenta un apocalittico in chiave heavy metal.
Le musiche poi, composte da Jóhann Jóhannsson, implacabilmente trasformano atmosfere inizialmente normali in qualcosa di demoniaco, inquietante ma affascinante. La colonna sonora risulta infatti molto pregevole ed essenziale nel contesto del film, accompagnando per mano nell’incubo di Red anche lo spettatore. Infine va lodata la grande abilità registica di Cosmatos che riesce con dettagli, lunghe inquadrature e primi piani chiave a dettare chiaramente il livello di follia nel film.
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Riassunto
Mandy è un ottimo film volutamente di nicchia. Dalle atmosfere Lynchiane e dallo spirito heavy metal, è assolutamente consigliato a chiunque desideri una immersione in un fantasy gore. Probabilmente non conquisterà il grande pubblico ma è destinato a diventare un film di culto.