
Nonostante Vincent Van Gogh sia morto a 37 anni, William Dafoe l’ha interpretato alla perfezione con tratti fisici e spirituali molto simili a quelli dell’artista. Questa performance potrebbe portarlo alla sua seconda nomination degli Oscar, dopo quella di Un Sogno Chiamato Florida dello scorso anno.
Julian Schnabel, il regista di Van Gogh – At Eternity’s Gate, che è stato amico di Dafoe per trent’anni, ha respinto l’idea che l’attore fosse troppo vecchio per il ruolo, dichiarando che Dafoe è più in forma di Van Gogh al suo punto di morte.
“Quello che ha fatto è qualcosa che non potevo nemmeno immaginare” ha detto Schnabel a CBS il 4 novembre, durante un panel presentato da Guillermo Del Toro. “Non volevo fare un film su Vincent Van Gogh” rivolgendosi a Dafoe, ha aggiunto: “Volevo fare un film in cui eri Vincent Van Gogh”.
“Ho trovato profondamente commovente il modo in cui Van Gogh si arrende alla natura, la natura è Dio” ha detto Del Toro. “Ma non in modo giudeo-cristiano. Il modo in cui ti arrendi, lo ritrai, e lo porti dentro con la videocamera, è parte di quello. La tua immediatezza nell’odorare, o dover far pipì durante un giorno dedicato alla pittura”.
La sceneggiatura del film è iniziata dopo che Schnabel e il famoso sceneggiatore Jean-Claude Carrière hanno partecipato ad una mostra di Van Gogh e, durante l’after party del New York Film Festival, Carrière ha detto a Schnabel che Dafoe, per essere un attore, vanta una rara combinazione di innocenza e intelligenza. Il giorno dopo, Schnabel ha incontrato Dafoe per discutere del film.
Dafoe voleva essere più vicino possibile al pittore, lo scopo era diventare lui stesso un pittore. Schnabel ha insegnato a Dafoe come dipingere la luce, come tenere il pennello e organizzare i suoi oggetti per la pittura.
“Questo non è un film biografico tradizionale” ha detto Dafoe. “Avevamo una piccola fabbrica di pittori che realizzava dei quadri di Van Gogh per il set dressing. Io mi sono esercitato con la pittura. Julian mi ha insegnato a vedere in un modo diverso, continuava a dire “dipingi la luce”. Sono riuscito ad osservare come fa un occhio allenato, mettendo segni uno accanto all’altro per vedere come vibrano insieme. Mi ha spiegato come vedere ciò che c’è dietro la superficie, parlando di un impulso spirituale”.
Il film con la miglior interpretazione di Van Gogh uscirà nelle sale americane il 16 novembre.
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