Un anno dopo l’ascesa di Tommy Emmerich al vertice della presidenza del Warner Bros. Picture Group, la lista dei film del 2018 che portano il suo nome ha fatto sì che lo studio tornasse stabilmente ai vertici di Hollywood. Un andamento, quello in negativo, segnato da flop come King Arthur del 2017, Jupiter Ascending e Pan; titoli alternati di tanto in tanto da grandi successi come Wonder Woman, It e Dunkirk – sebbene non tutti portino il suo nome come capo dello studio. Il 19 gennaio, Tommy Emmerich riceverà il Milestone Award per il suo impegno con successi come A Star is Born e Crazy rich Asians, oltre che per Aquaman. Premi meritati che giungono dopo grandi traguardi, ma che segnano anche il passo per l’era del DCEU al cinema.
Per il 2019, vogliamo continuare a produrre e distribuire film di vario genere, senza però pretendere di competere con Disney e Fox, che rimarranno i numeri uno. Ci concentriamo molto sul DCEU, ma non intendiamo trascurare anche i generi che il resto del pubblico continua ad amare, come le commedie. Cercheremo di mandare a segno grandi incassi con produzioni di generi trasversali.
Nel corso dell’intervista rilasciata a THR, Tommy Emmerich ha poi posto l’accento su quanto riguarda il recente successo pericolosamente altalenante del DCEU, che con Aquaman ha potuto ritornare a respirare come non mai dai tempi di Wonder Woman. Per il produttore, il futuro del franchise non prevede l’approfondimento di un universo narrativo condiviso.
Dopo il successo di Aquaman, l’intero studio si è sentito di voltare pagina. Continueremo coi progetti DC, come il prossimo film sul Joker con Joaquin Phoenix, ma non intendiamo creare un universo narrativo condiviso da troppi personaggi come Marvel. Ci dedicheremo ai progetti singolarmente, con ogni film a sé stante, dando ampio spazio al prodotto in senso registico.