Nel suo nuovo libro How 1999 blew up the screen, lo scrittore Brian Raftery ha offerto uno sguardo dietro le quinte sulla realizzazione di Eyes wide shut, ultimo film di Stanley Kubrick. Il film è diventato un vero e proprio cult non solo per la prematura scomparsa del regista pochi giorni dopo la realizzazione, ha inoltre inserito la coppia Kidman/Cruise che sullo schermo interpretavano una coppia in crisi, proprio quando nella realtà erano ancora sposati. Il capitolo relativo ad Eyes wide shut è attualmente leggibile su Vulture, e include una sorprendente rivelazione da parte di Paul Thomas Anderson.

Le riprese di Eyes wide shut si sono principalmente svolte a Londra presso i Pinewood Studios, durante il 1996. La produzione è stata blindata, com’era tipico di Kubrick, e fu Cruise – che ha collaborato con Paul Thomas Anderson in Magnolia, anch’esso uscito nel ’99 – ad introdurre Anderson nel set, sul quale vi fu un brutto scontro tra lui e Kubrick, di portata memorabile.

Stanley aveva un’entourage davvero minimo. Gli chiesi se lavorasse sempre con così poche persone, al ché mi chiese di quante persone avessi bisogno. Mi fece sentire come un coglione qualsiasi di Hollywood.

Come molti film di Kubrick, Eyes wide shut ha sconcertato il pubblico al momento della sua uscita al cinema – sebbene la versione che oggi conosciamo sia ben lontana da quella voluta dal regista, essendo morto prima che la produzione affidasse a Spielberg il completamento del montaggio, lontano dall’idea originale. Christopher Nolan ha detto a Raftery di essere stato entusiasta di vedere il film, ma che ne rimase davvero molto deluso. Anni dopo, la sua opinione cambiò radicalmente.

Guardandolo con occhi nuovi, risulta molto diverso per un uomo di mezza età rispetto ad uno più giovane. Dà sul serio l’impressione di essere il 2001 dei film sulle relazioni coniugali.

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