Andrà a Paolo Sorrentino, regista, sceneggiatore e scrittore, il Premio Fiesole ai Maestri del Cinema 2019, prestigioso riconoscimento conferito dal Comune di Fiesole in collaborazione con il Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani Gruppo Toscano e la Fondazione Sistema Toscana, con la direzione artistica di Gabriele Rizza. Il regista italiano diventerà “Maestro del Cinema” come prima di lui artisti del calibro di Vittorio Storaro, Stefania Sandrelli, Luchino Visconti, Michelangelo Antonioni, Orson Welles, Stanley Kubrick, Ingmar Bergman, Wim Wenders, Theo Anghelopoulos, Marco Bellocchio, Ken Loach, Nanni Moretti e Giuseppe Tornatore, Terry Gilliam, Dario Argento, Stefania Sandrelli e Toni Servillo.

La cerimonia avrà luogo sabato 20 luglio, alle 21,30, presso il Teatro Romano di Fiesole (via Portigiani 3). La serata si aprirà alle 18.30 con un incontro con l’autore, a cui sarà presente anche Elena Sofia Ricci, attrice e protagonista nell’ultimo film Loro la cui interpretazione ne è valso il David di Donatello come migliore attrice protagonista per il ruolo di Veronica Lario. A seguire sarà proiettato i film premio Oscar La grande bellezza. Nell’occasione sarà presentato il volume monografico dedicato al cinema di Paolo Sorrentino a cura di Augusto Sainati con i contributi del Sncci, per Edizioni ETS di Pisa. Sorrentino sarà omaggiato con la proiezione dei suoi film a luglio al Piazzale degli Uffizi nell’ambito della rassegna Apriti cinema (L’uomo in più, This must be the place e Youth – La Giovinezza) e al Teatro Romano di Fiesole, per Stensen d’Estate (Le conseguenze dell’amore; L’amico di famiglia e Il Divo).

Come sindacato – ha detto Marco Luceri, coordinatore del Sncci Gruppo Toscano – siamo orgogliosi di premiare quest’anno un regista che ha saputo riportare il cinema italiano alla grande ribalta internazionale. La presenza di Paolo Sorrentino a Fiesole sarà l’occasione per riflettere insieme al pubblico su una figura centrale del nostro panorama culturale: il regista napoletano ha saputo raccontare come nessun altro il Paese, la sua società, la sua storia più recente e il suo immaginario con uno stile visionario e personale.

Incalzante, spiazzante, traboccante, perturbante, inquietante. Metafisico, barocco. Dirompente. Il cinema di Paolo Sorrentino – ha spiegato Rizza – emerge dalle fratture dell’Io contemporaneo e si immerge nel fondale della dispersione mimetica. Con elaborato cinismo e pulsante emozione. Speleologo dell’interiorità, esploratore di territori in bilico fra anatomie periodiche e derive sociali, Paolo Sorrentino sviluppa un itinerario poetico (coerente e personalissimo) che solca di pari passo, intimamente, la coscienza dell’individuo e, pubblicamente, l’humus culturale di cui essa è insieme figlia, erede e vittima.

Il Premio Fiesole ai Maestri del Cinema 2019 incorona Paolo Sorrentino, sceneggiatore, scrittore, filmaker, regista, scuola partenopea, classe 1970, Oscar da Grande bellezza, habituée di Cannes, corpo, sguardo e silenzio, impresso nei movimenti di macchina, campi e inciampi, di Toni Servillo, attore feticcio e dedalo di visioni. Una rilettura del suo cinema che riconduce alle origini di una visionarietà estrema, che guarda sempre più verso l’alto, verso il divino: “Ma quando parlo di Dio, parlo della fatica di stare al mondo”.

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