È arrivata alla terza stagione la serie creata da Brian Yorkey per Netflix, Tredici, e basata sull’omonimo romanzo di Jay Asher che racconta del suicidio di una ragazza adolescente, Hannah Baker (Katherine Langford), e dei tredici motivi che l’hanno portata a compiere tale scelta.Ma se già alla seconda stagione i fan hanno iniziato a mostrare segni di discontento verso una serie che doveva iniziare e concludersi alla sua prima stagione – avendo raccontato tutto ciò che c’era da raccontare di una vicenda tragica quanto “esemplare”- la terza lascerà alquanto interdetti e vagamente schifati.
Quello che aveva la potenzialità di essere uno show di tipo educativo e vicino agli adolescenti e ai problemi che affrontano – non problemi come cotte non ricambiate e quale abito indossare al ballo, ma problemi come depressione, stupro, ansia, pensieri suicidi – al suo terzo capitolo si è trasformato in un banale thriller degno dei peggiori teen-drama. Tutta un’altra serie rispetto alla prima stagione. Nel cast ritroviamo anche questa volta Dylan Minnette, Christian Navarro, Alisha Boe, Brandon Flynn, Justin Prentice, Miles Heizer, Ross Butler, Devin Druid, Brenda Strong e Timothy Granaderos. A loro si unirà anche Grace Saif nei panni di Ani Anchola, la nuova ragazza che camminerà per i corridoi di Liberty High.
Tredici 3: Ani Anchola NON è Hannah Baker
Questa terza stagione ci viene raccontata attraverso gli occhi e i racconti di Ani Anchola, una nuova ragazza che si trasferisce alla Liberty High, proprio come Hannah Baker nella prima stagione. Ma Ani e Hannah non potrebbero essere più diverse: se Hannah era una ragazza timida e introversa, un po’ insicura ma senza alcun pregiudizio verso nessuno, Ani invece sembra quasi possedere la scuola, si muove con sicurezza, fa amicizia con una facilità disarmante, parla con le persone come se le conoscesse da sempre e, fondamentale per la trama, conosce i segreti di tutti. Ed è questo che lascia molto perplessi; com’è possibile che la gente si sia confidata con una ragazza appena conosciuta? Fin dall’inizio ci chiediamo quale sia il fine di questa ragazza, se ci sia qualcosa di più sotto ma appare solo essere un banale sotterfugio per creare un narratore esterno che vedesse tutto e non avesse alcun tipo di legame emotivo con uno dei protagonisti.
Tredici 3: Bryce Walker è o non è i suoi traumi?
Già il trailer ci anticipa che Bryce Walker viene ucciso e sarà attorno a questo caso, la ricerca del suo assassino, che si svolgeranno le puntate. Quello che forse nessuno si aspettava è che ci viene mostrato anche un altro volto di Bryce e a puntare quest’altra luce su quello che per due intere stagioni è stato il nemico è proprio Ani. Chi poteva farlo meglio se non una ragazza nuova che non sa quasi nulla delle vicende accadute e che non ha mai conosciuto il Bryce bullo e stupratore?
Era l’unica che avrebbe potuto concedergli una seconda possibilità, ascoltare “le sue ragioni” e vedere il suo punto di vista. Solo Ani avrebbe potuto dargli la possibilità di redimersi ed è per questo che lui le gira attorno come le formiche sul cibo. Ma Ani, a dispetto della sua giovane età, sembra una ragazza che ha capito come funzionano certe dinamiche e mantiene sempre una sorta di distanza ravvicinata che attrae e allo stesso tempo disgusta il telespettatore.
Veniamo di nuovo condotti su un sentiero di grigia moralità in cui la Bella ha visto qualcosa di più della Bestia e cerca di non allontanarlo; ma non tutte le Bestie sono dei principi. Non c’è dubbio che i traumi di una persona possono segnare il suo percorso e le sue azioni, ma la vita è perlopiù questione di scelte e Bryce, le scelte, le ha sbagliate tutte.
Tredici 3: il cattivo a tutti i costi
È ormai chiaro come girano le cose nei teen drama, ovvero ci si muove sue due binari diversi e qualche volta convergenti che tirano le fila nella caratterizzazione e nei comportamenti dei personaggi: il Bene e il Male, i Buoni e i Cattivi. Se Bryce inizia a perdere il suo badge di “cattivo dell’anno” – perlomeno alla Liberty High anche se le conseguenze di ciò che ha fatto rimarranno ancora nelle cicatrici delle sue vittime – Montgomery de la Cruz gli ruba il podio. Nessuno di noi ha dimenticato la violenza sessuale che ha perpetrato ai danni di Tyler Down, non lo abbiamo dimenticato noi e non lo ha sicuramente dimenticato lui; dopotutto, Tyler aveva tutta l’intenzione di sparare diversi colpi di mitraglia sugli studenti della scuola e poi suicidarsi come sorta di vendetta e “guarigione” da quello che ha subito.
Montgomery non è tanto diverso da Bryce e c’è un motivo se i due all’inizio erano tanto amici. Montgomery è il Cattivo, è il Male. Le uniche volte in cui cede e si toglie la maschera – perché i bulli indossano costantemente una maschera – è quando viene messo di fronte ai suoi traumi. E noi insieme a lui. E forse, quasi quasi, Monty se l’è passata peggio di Bryce ma, di nuovo, nella vita si può scegliere di lasciarsi travolgere oppure no. C’è bisogno di avere qualcuno contro cui puntare il dito a tutti i costi in questo tipo di show, qualcuno che alla fine venga punito affinché i “Buoni” possano andare avanti con le loro vite.
Tredici 3: la giustizia NON è uguale per tutti
Un cattivo ci deve sempre essere per addossarsi qualsiasi colpa. Perché se non piace a nessuno non importa più di cosa lo si accusi né come né se ha senso. Il finale è piuttosto fuorviante e lascia basiti se non addirittura sconvolti. Non è neanche dolce-amaro, è proprio crudele. Lo show non vuole più essere qualcosa di tipo morale ed educativo, ma intrattenere con una trama di continui e grezzi colpi di scena, alla Pretty Little Liars, che tratta di un giallo i cui nodi si intrecciano sempre di più facendo sospettare di tutti quanti e insinuando il dubbio che anche i nostri beniamini non siano poi così “buoni”. In questo caso Tutto ben quel che finisce bene è soltanto un fragile specchio che riflette un’immagine distorta dei protagonisti e che finirà per rompersi prima o poi.
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Riassunto
Tredici era un progetto che aveva la potenzialità di essere uno show di tipo educativo e vicino agli adolescenti e ai problemi che affrontano – non problemi come cotte non ricambiate e quale abito indossare al ballo, ma problemi come depressione, stupro, ansia, pensieri suicidi – ma al suo terzo capitolo si è trasformato in un banale thriller degno dei peggiori teen-drama. Tutta un’altra serie rispetto alla prima stagione.