Venerdì scorso, senza fornire prove a sostegno delle sue tesi, il presidente brasiliano Jair Bolsonaro ha dichiarato che l’attore Leonardo DiCaprio avrebbe finanziato gruppi no profit i quali sono parzialmente responsabili degli incendi in Amazzonia. Le osservazioni di Bolsonaro su Leo erano parte di una più ampia campagna a sostegno della sua politica, fatta contro i gruppi no profit ambientalisti che operano in Brasile. Ha infatti dichiarato:

Leonardo DiCaprio è un ragazzo simpatico, no? Lo è diventato ancora di più dando soldi per appiccare fuoco all’Amazzonia…

L’organizzazione ambientalista DiCaprio Earth Alliance aveva stanziato cinque milioni di dollari per aiutare a proteggere l’Amazzonia, dopo che un’ondata di incendi aveva distrutto gran parte della foresta pluviale gli scorsi luglio e agosto. Leo si è poi celermente affettato a rilasciare una dichiarazione all’Associated Press, affermando che il suo gruppo non ha finanziato nessuno dei due enti no profit contro cui Bolsonaro ha puntato il dito:

Sebbene siano meritevoli di sostegno, non abbiamo finanziato le organizzazioni in questione. È in gioco il futuro di questi insostituibili ecosistemi e sono orgoglioso di sostenere i gruppi che vogliono salvaguardarlo.

Alcuni membri dell’associazione di Bolsonaro, sostengono che alcuni gruppi a tutela dell’ambiente e le leggi a tutela della natura stiano in realtà ostacolando lo sviluppo economico della regione. Bolsonaro e il Ministro dell’Ambiente, Ricardo Salles, stanno promuovendo lo sviluppo di alcune aree naturali protette, anche se gli incendi dolosi e le deforestazioni in Amazzonia hanno raggiunto livelli mai visti durante lo scorso decennio.

Stando a quanto riporta THR, dopo delle critiche contro Leonardo DiCaprio e agli attivisti ambientalisti, sono susseguiti dei raid della polizia presso la sede di due enti no profit nello stato amazzonico di Para, all’inizio di questa settimana. La polizia locale ha anche arrestato quattro vigili del fuoco volontari e ha dichiarato di star indagando su di loro, con l’accusa di aver presumibilmente appiccato gli incendi per ottenere ulteriori finanziamenti dai donatori. I pompieri hanno a loro volta negato qualsiasi illecito, venendo poi scarcerati dal giudice.

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