Le nomination ai Golden Globes 2020 dichiarano forte e chiaro una verità inconfutabile: Netflix è il vertice della catena alimentare. I motivi sono svariati, come i prodotti appena nominati, che vanno dai lungometraggi alle serie tv, incassando ben diciassette nomination per le categorie cinematografiche. A fare impressione è la presenza di molteplici titoli di altissimo livello, tra cui The Irishman, Marriage Story, Dolemite is my Name e I due papi, conquistando quattro posti su dieci dei titoli nominati come miglior film ai Golden Globes 2020.
Questo primato è da considerarsi ancora più sorprendente se si mette a confronto col rendimento passato dei prodotti di punta Netflix nelle stesse categorie. Il colosso dello streaming aveva già piazzato il suo nome tra le categorie televisive sin dalla prima stagione di House of Cards, ma mai prima d’ora era riuscita a far nominare dei film in entrambe le categorie, drammatico e commedia/musicale. In precedenza, Mudbound, Roma e Beasts of no nation non erano riusciti ad arrivare a tanto, quindi cos’è cambiato da un anno all’altro?
Per prima cosa, i Golden Globes 2020 denotano, nel caso di Netflix, un crescente livello di riconoscimento equipollente alle produzioni tradizionali dei prodotti streaming, aiutando parecchio le nuove case cinematografiche. Solo un anno fa, Roma creava il precedente più scomodo della storia recente degli Academy, e a meno di un anno di distanza le novità che tanto fecero discutere la comunità hollywoodiana sembrano essere conclamate e accettate. Con Disney+ ed HBO Max alle porte, i premi non possono più permettersi di discriminare lo streaming – anche se Amazon e The man in the high castle sono rimasti scandalosamente a bocca asciutta.
Altro fattore che ha rivoluzionato i Golden Globes 2020, sono le ambiziose campagne di promozione che Netflix sta affrontando in vista dei premi, catturando l’attenzione della Hollywood Foreign Press Association, organo che di fatto stabilisce nominati e vincitori ai Globes. Ovviamente non è oro tutto ciò che luccica, perché se da una parte Netflix ha ufficialmente piantato bandiera, dall’altra ogni prodotto nominato è stato curato da cineasti bianchi, e sebbene i Globes lottino per equilibrare i riconoscimenti tra uomini e donne, quest’anno nessuna donna ha ricevuto una nomination come regista, insinuando che I due papi e Marriage story sarebbero stati penalizzati se a dirigerli fossero state delle donne.
Riassumendo, i Golden Globes 2020 stanno premiando i prodotti Netflix per molteplici ragioni, una più controversa dell’altra: la reputazione dei film in streaming sta crescendo in maniera equipollente a quelli cinematografici; la campagna promozionale per accedere alle nomination sta dando i suoi frutti; il fatto che i registi dei prodotti sono uomini ha vergognosamente aiutato Netflix a conquistare le posizioni migliori tra le categorie. Un aiuto ulteriore giunge dalle competizioni internazionali precedenti come Venezia, dove The Irishman e Marriage Story avevano già conquistato una fetta della critica che conta veramente. Insomma, dobbiamo accettarlo – o esserne contenti – siamo nell’anno domini Netflix.
LEGGI ANCHE: Golden Globes 2020 – tutte le nominations
Per tutte le notizie sul mondo di Netflix seguite punto Netflix su Facebook