Oramai ci siamo rassegnati e l’abbiamo accettato, anche se con parecchie remore. Il finale di The man in the high castle, non sarebbe mai potuto essere migliore di così. La storia è arrivata ad un’espansione fin troppo vasta e il materiale letterario di partenza non ha aiutato – essendo incompiuto – al punto che in nessun caso la serie sarebbe potuta finire in maniera più “ordinata”. L’ultima scena in particolare della stagione è davvero più ambigua di quanto si potesse immaginare, con un finale che più che aperto, sembra solo affrettato.
Dopo tutto quello che ci aspettavamo e che è successo in questa stagione – Tagomi improvvisamente assassinato, Smith suicidato, l’Impero Giapponese fuori dagli USA e chi più ne ha più ne metta – l’ultima scena di The man in the high castle ci ricollega al portale aperto dai nazisti verso gli altri mondi alternativi. I sentori che tutto sarebbe finito lì c’erano eccome, con segnali di anomalie e i presentimenti di Juliana. Nella scena, la resistenza americana ha preso la struttura scientifica e vediamo i protagonisti – tra cui Hawthorne, fautore di tutti gli intrecci – di fronte ad una stabilizzazione del portale, dal quale giungono diverse persone.
Hawthorne gli va in contro, presumibilmente scomparendo nel portale e la scena si interrompe. Di per sé il climax della scena è abbastanza commovente… ma che cosa vuol dire quello che abbiamo visto? Juliana afferma che le persone stanno arrivando da “ovunque”, il ché è a dir poco vago. Era una specie di metafora o stava accadendo veramente? Sono le anime di coloro che erano morti durante le stragi naziste e giapponesi, sulla via del ritorno, oppure è possibile che due versioni della stessa persona possano ora condividere lo stesso spazio tempo?
Poco importa, qualsiasi sia la domanda che ci arrovella, The man in the high castle non ci fornisce gli strumenti utili a formulare la risposta. Non ci sono dettagli precisi sulle condizioni con cui i filmati montati da Hawthorne siano arrivati a noi e questo finale rischia addirittura di scombinare quel poco che sapevamo. Esisteva un’organizzazione tra gli universi paralleli che ha deciso di agire una volta che i nazisti hanno iniziato a condizionare gli eventi, oppure le persone che abbiamo visto nel finale erano dei rifugiati in altre dimensioni che ora potevano finalmente tornare nel loro mondo d’origine? Lo showrunner David Scarpa, parlando ad EW, ha fornito qualche elemento in più:
Il finale di The man in the high castle è volutamente ambiguo. In parte, abbiamo voluto dar modo al pubblico di dare la propria interpretazione a quanto stavano vedendo. Quel che è sicuro, è che abbiamo reso il portale definitivamente aperto e che i due mondi sono diventati uno soltanto, dove le persone possono muoversi liberamente.
Insomma, dal momento che la serie è oramai giunta al termine, queste parole possono essere giustificate come no; la verità, non essendoci più spazio di approfondire la trama, non verrà mai a galla. L’unica cosa che possiamo fare è accontentarci di questa dichiarazione, sperare che ve ne siano altre e che la fanbase sia tanto accanita e prolifica da produrre le teorie più plausibili che diano un senso a questo finale, che tutto sommato, non rappresenta in nessun modo quel che avevamo sperato di vedere.
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