Hernan Caffiero ha deciso di raccontare le storie di repressione compiute dalla polizia cilena, attraverso gli occhi e l’esperienza diretta delle vittime, cittadini cileni come i loro persecutori. Caffiero, al momento, sta producendo due serie sui crimini contro i diritti umani perpetrati in Cile: un documentario, diviso in quattro capitoli, riguardo la brutalità della polizia; l’altra, la seconda stagione di The Suspended Mourning, serie che racconta le difficoltà delle famiglie dei desaparecidos sotto il governo di Pinochet. Hernan Caffiero dichiara:
Stiamo creando una serie sull’impunità in Cile perchè sappiamo che tra sei mesi o un anno le tracce di questi crimini verranno nascoste dallo stesso governo che in questo momento sta usando la violenza contro il proprio popolo
Le due serie riflettono sulle responsabilità dei criminali che non sono mai stati portati davanti ad un tribunale. Nel caso del documentario, che si suddivide in quattro episodi, Caffiero vuole raccontare la violenza e la protesta che è ancora in corso: chiamata “El estallido” (lo scoppio), questo nome fa riferimento sia agli innumerevoli scioperi dei cittadini per rivendicare i propri diritti iniziata ad ottobre, sia alla carica emotiva insita nella sofferenza delle centinaia di vittime. Hernan Caffiero al momento si trova alla Berlinale per incontrare potenziali collaboratori per entrambi i progetti:
È responsabilità dei registi e realizzatori fare in modo che queste storie vengano diffuse
I rappresentanti dell’industria cinematografica cilena si sono riuniti domenica a Berlino, in piazza Martin Gropius, per protestare con cartelli contro le violenze causate dal governo e per chiedere una nuova costituzione, a parte, si sono bendati un occhio per rappresentare le persone a cui la polizia ha tolto la vista o un solo occhio. Più di quaranta persone sono state uccise durante le proteste e secondo i dati rilasciati dall’Istituto Nazionale Cileno dei Diritti Umani, 3800 persone sono rimaste ferite, incluse 2100 che hanno riportato ferite da armi da fuoco.
Le centinaia di persone in protesta chiedono le dimissioni del presidente Sebastián Piñera ed esigono una nuova costituzione, l’attuale fu scritta nel 1980 sotto la dittatura di Pinochet. Il 26 aprile i cittadini cileni andranno a votare per richiedere ufficialmente una nuova costituzione. Le atrocità di Pinochet sono ancora una grande macchia su tutto il Cile e ricorda ai cittadini la fragilità della democrazia e la stessa paura di quei tempi mai sopita adesso smuove gli animi contro il governo di sinistra di Sebastián Piñera.
Citando l’attivista per i diritti umani Claudio Nash, Caffiero ha sottolineato che atrocità e torture di questo genere, come cavare gli occhi, non venivano eseguite in Paesi civilizzati da più di mille anni. Durante la Berlinale sono continuate le dimostrazioni da parte dei cileni, crediamo sia importante riportare questi eventi vista la situazione ed il fatto che non vengano pubblicate notizie riguardo il Cile da molti mesi.
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