Il primo cinema cinese che ha il coraggio di riaprire dopo l’emergenza Coronavirus è il Zhongying Golden Palm Cinema a Uruqmi, come riporta Variety. La città è la capitale della regione più a ovest del paese, la Xinjiang. I teatri hanno chiuso per la pandemia lo scorso 26 gennaio, rimanendo chiuse fino a ieri, giorno in cui la prima sala ha voluto riaffacciarsi sul mercato. Vi erano programmati ben ventidue titoli, tra cui i alcuni del cinema cinese non inediti, per ridare una spinta agli acquisti. Il risultato, però, è stato misero, poiché nonostante lo stabile abbia invitato tutti a entrare, nessuno ha acquistato un singolo biglietto. I gestori hanno dichiarato:

Non possiamo restare chiusi per sempre. Possiamo solo cooperare con le linee guida di salvaguardia e fare dei test sulla situazione psicologica del mercato, sperando di ricevere un buon feedback dal pubblico.

Che ci siano nuovi film o meno, non cambia affatto la nostra scelta di aprire. Al momento abbiamo solo pochi film, sperando che nuovi altri vengano distribuiti.

Il cinema, primo a riaprire dopo il Coronavirus, è composto da uno staff di sole tre persone, che si impegnano a disinfettare a fondo tutte le sale e le attrezzature tra una proiezione e l’altra, ma non solo: gli spettatori dovranno misurarsi la temperatura prima di ogni accesso in sala e dovranno indossare le mascherine. Anche gli acquisti dei biglietti devono essere fatti rispettando le distanze di sicurezza, di persona e non online. Questo perché gli acquisti in rete potrebbero causare un’affluenza pericolosa.

Vogliamo riavviare il mercato lentamente. Se le reazioni, nonostante il Coronavirus, sono abbastanza buone, inizieremo a tenere aperto sempre di più, altrimenti manterremo lo stato di chiusura. Altri cinque multiplex di Uruqmi erano indecisi se riaprire o no.

Il motivo per cui lo Zhongying Golden Palm Cinema aveva riaperto ieri, è dovuto al fatto che il giorno precedente la regione di Xinjiang non ha riportato casi di Coronavirus per ben 27 giorni consecutivi, ricevendo l’appoggio delle autorità locali. È ancora molto presto perché il cinema internazionale possa sperare di risollevare la testa, e quando sarà tutto finito, a conti fatti sarà tra i settori industriali che avranno subito le ripercussioni più salate della pandemia del Coronavirus.

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