Durante la notte tra il 7 e l’8 marzo, il Governo ha promulgato il decreto legge che mette in quarantena le zone rosse comprese in gran parte del Nord Italia. La quarantena, causata dalla diffusione del Coronavirus, o COVID-19, è una soluzione drastica ma necessaria per il bene di tutti, e come abbiamo sottolineato ieri, a farla da padrone in queste giornate può essere la preoccupazione, oppure il dedicarsi serenamente a sé stessi. L’intrattenimento domestico può aiutarci in questo, con interi cataloghi delle piattaforme streaming ricchi di film da quarantena ai quali dedicarsi, per dare un senso alle giornate e perché no, anche a questa fase della nostra esistenza. Oggi, dopo The Truman Show, vi vogliamo consigliare un altro film da quarantena ideale per una riflessione profonda, ma davvero risolutiva.

This must be the place è un capolavoro incompreso o troppo sottovalutato di Paolo Sorrentino, con un Sean Penn da Oscar, disponibile nel catalogo streaming di Infinity. Questo viaggio interiore e geografico parte da una banalissima regione irlandese, dove abita Cheyenne, interpretato da Penn, una vecchia pop star rimasta ingabbiata nel suo personaggio a causa di alcune questioni irrisolte. Sagace, silenzioso, compassionevole e quando serve davvero stronzo, Cheyenne vive una vita quasi noiosa, crogiolato in un vortice di risentimento per un vecchio errore commesso involontariamente durante la carriera, finché non accade il plot twist inaspettato: il padre, sopravvissuto ai campi di concentramento nazisti, sta per morire in America. Cheyenne però ha paura dell’aereo e durante la traversata in nave, il padre muore, senza potergli dire le ultime parole.

Inizia così un viaggio totalmente inaspettato e diverso dalle premesse del film, in cui Cheyenne sta alle calcagna del carnefice che torturò il padre in campo di concentramento. Durante questa caccia ebrea al nazista, condotta con vera sagacia, il film da quarantena prende una piega introspettiva che metterà il protagonista di fronte a tutti i traumi e le questioni irrisolte della sua vita, attraverso simbolismi, co-protagonisti e massime sottilissime, che rendono Cheyenne un portavoce di tutti coloro che il viaggio dell’anima l’hanno iniziato chissà quando, finendo chissà dove, ma non nel posto giusto, il This must be the place. Cercando il suo posto nel mondo e la sua vera identità, Cheyenne ripercorre i pensieri del padre e del suo carnefice, all’insegna della citazione migliore di questo film da quarantena:

Il vero problema è che passiamo senza nemmeno rendercene conto dal momento in cui diciamo “un giorno farò così”, al momento in cui diciamo “è andata così”.

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