Ci sono diversi modi con cui un film ti resta impresso nella memoria: può essere per la storia, un personaggio, un fotogramma, una sequenza…i film di Wong Kar-Wai ti restano dentro per le sensazioni che ti lasciano una volta finiti. Kar-Wai può piacere o meno, ciò non toglie che in pochi riescono a portare i sentimenti umani sul grande schermo come ci riesce lui. Nei suoi anni di carriera è sempre riuscito a distinguersi con i suoi film, tanto da entrare molte volte nelle liste dei migliori registi del cinema. Chungking Express è una prova della sua bravura come regista e, in questo caso, anche come sceneggiatore. In questo film, diviso in due capitoli, i sentimenti regnano sovrani; in entrambe le parti del film il motore che muove i protagonisti è l’attrazione e la curiosità, soprattutto degli uomini nei confronti delle donne.

Wong Kar-Wai in Chungking Expess ci regala due femmes fatales quasi animalesche: una donna camaleontica di cui conosciamo solo il presente e l’altra, una giovane donna con un fare quasi felino. Entrambe si fanno desiderare ma non intrappolare. Le sensazioni che i protagonisti di questo film ci trasmettono sono molte; sensazioni, non emozioni: la differenza sta nel modo con cui si svolgono le azioni e non le parole o la recitazione che i personaggi propongono, un esempio: in una scena della seconda parte del film la nostra femme fatale vede per la prima volta l’uomo che con lei sarà al centro della storia, lei lo osserva, lo guarda, mentre continua a lavorare, lo guarda di sottecchi, si muove a scatti e abbassa lo sguardo quando lui la guarda, non si fa notare.

Ecco, da questa sequenza possiamo solo catturare delle sensazioni perché non sappiamo le intenzioni di lei, o perché osserva l’uomo in quel modo e perché non vuole mostrarsi a lui. Non riusciamo a conoscerla; lo stesso accade con l’altra donna. Entrambe sono spinte dal loro istinto e non hanno barriere sociali, e noi con loro veniamo trasportati da questo moto naturale indotto dal loro istinto.

Chungking Express è tempo in movimento

Chungking Express, Wong Kar-Wai, cinematown.i

Questo essere trasportati dai personaggi e con i personaggi nella loro visione del mondo viene rimarcata anche attraverso la fotografia. Il film inizia con sequenze in cui la velocità dell’otturatore è bassa, il che crea dei fasci di luce e ombre che non ci permettono di capire dove siamo esattamente o per meglio dire, confondono in un principio. Il monologo iniziale, di fatto ci svela fin da subito di cosa tratterà il film: del tempo che scorre e di come noi ne siamo in balia, quasi un intralcio per il suo scorrere perpetuo.

Sono diversi i momenti del film nei quali il direttore della fotografia Christopher Doyle (grande collaboratore di Wong Kar-Wai), gioca con la percezione che abbiamo del tempo intorno a noi. Molto spesso tutto sembra scorrere senza che noi ci facciamo troppo caso perché concentrati nel nostro piccolo, fugace e personale momento, qualsiasi esso sia. Anche questa sensazione, nel film viene marcata visivamente e tecnicamente in alcune scene: per esempio all’inizio del film quando i due protagonisti si incrociano per la prima volta la ripresa coglie perfettamente e trasmette la soggettività del momento, e cioè come quel momento viene vissuto da chi lo sta raccontando, in questo caso uno dei protagonisti.

Anche, l’atmosfera urbana fotografata in questo film, che ci accompagna in un ambiente freddo fa emergere solo ciò accade tra i due protagonisti lasciando sullo sfondo l’indifferenza della città. L’importanza di un momento, come risultato di istinti che si intrecciano, è ciò che racconta Chungking Express, come il moto delle sensazioni che ci spinge ad agire ci conduce in situazioni inaspettate che rendono alcuni istanti i più importanti del tempo che abbiamo della nostra vita.

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