L’anniversario della Liberazione è una ricorrenza eccessivamente sottovalutata. Rievocante una vittoria oramai lontana nella memoria storica e nella cultura italiana, troppo spesso si possono trovare commenti che alludono alla liberazione non desiderata, come se il nazi-fascismo fosse qualcosa di cui poter volere il ritorno. Indipendentemente dal nostro colore politico, ricordare il significato del 25 aprile è ancor più importante che festeggiarlo, sopratutto se si tiene alle proprie libertà. La lotta per la liberazione, sia italiana che tedesca, non è stata questione di giorni, ma di lotte armate, spionaggio e attentati, come quello che racconta il film da quarantena di oggi, disponibile su Infinity.

Diretto da Bryan Singer e interpretato da Tom Cruise, Operazione Valchiria è un compendio perfetto di spy story, war movie, biografico e drammatico. Riprende, in forma piuttosto fedele, le vicende che portarono un gruppo di gerarchi nazisti ad attentare la vita di Adolf Hitler, durante l’estate del 1944. Scopo dell’attentato, oltre l’assassinio del Fürher, l’insediamento di un governo moderato che mediasse con le potenze alleate, appena sbarcate in Normandia e sempre più vicine a Berlino dal fronte russo. Come la storia insegna, il piano fallì per un soffio, con Hitler che sopravvisse all’ennesimo tentativo di omicidio – nel corso della vita ne subì almeno una dozzina.

Ciò che spinse i cospiratori del film da quarantena a studiare il piano non fu una fame di potere, ma una combinata spinta morale di sopravvivenza del popolo tedesco – che avrebbe subito un’invasione da entrambi i confini nazionali – e di dimostrazione alla storia che non tutti erano come Hitler. Non sono sporadici infatti i membri dei partiti nazista e fascista che osteggiavano con forza le politiche hitleriane e mussoliniane, poi esiliati o, più frequentemente, assassinati. L’Operazione Valchiria in particolare causò l’arresto di cinquemila coinvolti e la morte violenta di duecento persone. Riconoscere il male, forse, è ancor più facile dall’interno, motivo per cui dobbiamo sforzarci di continuare e vederlo anche a distanza di sicurezza.

Dobbiamo dimostrare al mondo che non eravamo tutti come lui. […] Il popolo sa che i nostri principi sono al di sopra di tutto. […] Potrete anche consegnarci al boia, ma in tre mesi di tempo, disgustato e distrutto, il popolo ve ne chiederà conto e vi trascinerà vivi nel fango delle strade.

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