Col decreto liquidità, il Governo Conte ha ufficialmente messo a disposizione dei colpiti dalla crisi finanziaria del Coronavirus altri 400 miliardi di Euro, che aggiunti ai precedenti 350 vanno a formare una somma complessiva di investimenti pari a metà del PIL italiano annuale medio. Un’iniezione di liquidità devastante, che Il Sole 24 ore ha spiegato accuratamente e che andrà gradualmente a salvaguardare le aziende e i lavoratori autonomi. Annunci di questo tipo fanno immediatamente partire l’immaginazione, diretta verso territori a noi sconosciuti come la finanza e gli accordi economici, che mai come in questo momento storico sono condivisi da potenze sull’orlo della crisi monetaria. Dopo avervi consigliato La grande scommessa, come nuovo film da quarantena vi proponiamo un altro gioiello sul mondo della finanza, che spiega ancor più da vicino le vicende che hanno portato alla crisi del 2008.

Margin call, uscito nel 2011 con un cast stellare capeggiato da Kevin Spacey e Jeremy Irons, è disponibile nel catalogo Prime Video e offre uno sguardo da dentro le cause della crisi finanziaria del 2008, vista con gli occhi di coloro che l’hanno sentita arrivare e hanno dovuto stabilire cosa fare nella notte precedente il crollo delle borse. I dubbi che attanagliano la coscienza del protagonista, interpretato da Spacey, sono quelli dell’etica da una parte e dell’avidità dall’altra: salvare la propria azienda a scapito dell’intera finanza globale o lanciare l’allarme? La sceneggiatura edifica queste domande esistenziali attraverso un puzzle di grammatica finanziaria che se da una parte disorienta, dall’altra viene applicata a dei dialoghi che costruiscono un percorso distruttivo in cui tutti i membri del direttivo dell’azienda finiscono per giocare una partita individualista. Peccato che la storia abbia decretato altro, nonostante le parole del super boss del film, interpretato da Irons:

Ci sono tre modi per andare avanti in questo campo: essere i primi, essere i più in gamba o imbrogliare.

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