Lo scorso primo aprile il Presidente Giuseppe Conte ha ufficialmente stabilito la nuova durata della quarantena, prolungata fino al 13 aprile. Decisione del tutto aspettata dai cittadini italiani, che ora si apprestano a vedere la fine della fase uno della pandemia, quella della prevenzione – per poi lentamente iniziare quella della convivenza e della ripartenza. Una scelta fatta consapevolmente e agevolata dall’ottimo rapporto diplomatico tra la Presidenza del Consiglio e Ursula von der Leyen, politica tedesca presidente della Commissione Europea che ha garantito all’Italia un introito di 100 miliardi, primo passo verso la distensione economica continentale per la quale Conte si sta battendo a spada tratta. Scenario questo che apre le porte al film da quarantena di oggi, basato su una componente della nostra quotidianità: l’oratoria istituzionale.
Presente sul catalogo Netflix, Il discorso del re porta in primo piano le difficoltà psico emotive di un monarca chiamato a fare il suo dovere, in un momento storico tremendo e nella maniera più beffarda da parte del destino. Sentendosi totalmente inappropriato a sedere sul trono d’Inghilterra allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, Re Giorgio VI, interpretato da Colin Firth, cerca di fare di tutto per convincersi che la sfida non può essere da lui accettata, nonostante abbia capacità di comando al di là delle sue aspettative. Un film da quarantena che ricalca piuttosto metaforicamente la situazione che ha portato Giuseppe Conte a guidare la nostra nazione durante il Coronavirus e che affronta la questione dell’oratoria pubblica come il grande flagello dei governanti.
In questa grave ora, mi rivolgo a voi… è una frase ridondante nelle nostre vite, è oramai familiare, eppure è la stessa che il sovrano pronunciò all’Impero Britannico quando annunciò la dichiarazione di guerra al Terzo Reich. Un filo conduttore verosimile o una semplice coincidenza, o ancora, una vena drammatica per enfatizzare il messaggio? Nulla di tutto ciò: quel che accomuna i pronunciatori di questi discorsi non sono le sfide, ma gli ascoltatori. Tutti i capi di Stato hanno bisogno di essere efficaci nella loro prosa, affinché il messaggio sia chiaro, il popolo sia saldo e la propria immagine non sia scalfitta dall’errore, o peggio, dall’ombra dell’incompetenza. Questo film da quarantena spiega approfonditamente questo aspetto della vita politica di un condottiero, dandoci qualche strumento in più per apprezzare lo sforzo quotidiano di chi si batte in Italia e nel mondo per noi.
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