Un secolo di cinema spesso viene definito dai suoi film più grandi – sia nell’obiettivo che nell’aspetto – specialmente nell’era dei film sui fumetti. Questo ci dà una prospettiva profondamente limitata perché ignora alcune delle genialità cinematografiche che più o meno sono rimaste nell’ombra. Ci sono spesso pletore di gemme nascoste sparse attraverso le decadi e se uno si focalizza solo sulle offerte più prominenti, tante delle offerte migliori non verranno nemmeno notate. In generale, uno deve guardare l’intero disegno prima di arrivare a una conclusione significativa, perciò uno che spera di poter valutare un’intera decade di film deve incorporare l’intero vasto spettro di quel periodo. Di seguito una lista dei dieci tra i film più sottovalutati del decennio 2009-2019.

Killing Them Softly (2012)

Film più sottovalutati del decennio, CinemaTown.it

L’adattamento di Andrew Dominik del romanzo di George V. Higgins, Cogan’s Trade, presenta un cast eccezionale e un tono macabramente irrequieto che centra il cuore del romanzo di Higgins. I fatti del film seguono una serie di personaggi. Tre criminali da quattro soldi cercano di fuggire dal ciclo stagnante di miseria in cui si trovano imbrogliando al gioco del poker – tenuto dall’inaffidabile Markie (Ray Liotta). Diversi pezzi grossi tra i gangsters di Boston perdono i loro soldi in questa ordalia e per risolvere la questione la Mafia – guidata come una organizzazione e personificata da Richard Jenkins – assume Jackie Cogan (Brad Pitt). Andando avanti, appare James Gandolfini che offre un’esibizione eccezionale di emozione e pentimento. In generale, gli eventi del film vengono azionati proprio da queste performance e dal tono.

Il setting di questo piccolo capolavoro, tra i film più sottovalutati del decennio, è assolutamente cupo, dato che è ambientato sull’atmosfera delle elezioni presidenziali del 2008 e rinforza i credi dei personaggi – solo noi stessi possiamo trovare l’unica strada per il successo. Interi quartieri vengono decimati dalla povertà, il che viene mostrato nell’avversità dell’inverno – desolato e freddo e nient’altro. Le scene di pioggia che vengono inserite per completare alcune delle parti del film più disturbanti sono brutalmente d’effetto. I personaggi si ritrovano fradici nell’acqua perenne che scroscia nella notte nera come il fondo del pozzo, e spesso il sangue scorre dal contenitore della violenza.

Anche il suono e la musica del film di Dominik si fanno notare. Cogan viene introdotto al ritmo della canzone di Johnny Cash When the Man Comes Around, mentre la videocamera lo segue fino a che non entra del tutto nello schermo. Il film ha un tono d’effetto che è chiaro e presente e si mischia con fascino propedeutico con la trama convulsa. L’audience può sicuramente individuare la firma indelebile di Dominik, una delle tante ragioni che fanno di questo film un esempio notevole del cinema degli anni ’10 di questo secolo, nonché un caso esemplare tra i film più sottovalutati del decennio.

The Lost City of Z (2016)

Film più sottovalutati del decennio, CinemaTown.it

James Grey è un uomo definito dalla sua ossessione oppure la può superare? Percy Fawcett (Charlie Hunnam) è indubbiamente segnato dalla sua provenienza, afflitto dall’imperdonabile errore della bassa provenienza o, come lo pone un personaggio, possiede “una scelta sfortunata di avi”. Anche se è un brillante ufficiale dell’esercito britannico, non può pretendere un posto nella sfera alta della società, perciò cerca altri modi per elevare il nome della famiglia.

Insieme al suo amico di lunga data Henry Costin (Robert Pattinson), Fawcett viaggia lungo il Rio delle Amazzoni e gli viene assegnato il compito di guidare la squadra di ricerca che sta esplorando l’area dove c’è stata una disputa tra confini tra Bolivia e Brasile. In questa missione, scopre gli artefatti che crescono nell’ipotesi di una scoperta che potrebbe occupargli tutta la vita. È convinto di aver scoperto un’antica civiltà da tempo perduta. Tuttavia, si ritrova ad affrontare un’immensa opposizione causata dall’incredula accademia che non crede che gli Amazzoni fossero capaci di una cosa del genere. L’ambientazione e il tono psicologico rendono tutt’oggi The Lost City of Z uno degli iconici film più sottovalutati del decennio.

Il film è fortemente introspettivo ed è sottile in diversi modi. Non si tratta di un film d’avventura come quello di Indiana Jones, ma piuttosto è più in linea con il più recente film di Grey, Ad Astra. È lo studio di un uomo impegnato dalla propria mente. Entrambi i film sono introspettivi  per l’audience e lo spettatore con una toccante nota di sentimento alla fine. Nelle ultime parti del film, Nina Fawcett (Sienna Miller) legge da una lettera “Sognare per cercare ciò che è sconosciuto. 
Cercare la bellezza è il premio. Ciò che un uomo può raggiungere deve superare la sua presa, altrimenti a cosa serve il cielo”. Nessun’altra dichiarazione può riassumere il sentimento nel cuore del film di Gray. Cercando ciò che è sconosciuto, Fawcett, e in certa misura anche Gray, sta validando la sua missione e la sua vita perché il suo viaggio  è più importante del quasi irraggiungibile premio. 

Macbeth (2015)

Film più sottovalutati del decennio, CinemaTown.it

Tipicamente un film di Shakespeare ha un complessivo senso di grandeur, un grandioso set per mostrare il capolavoro teatrale al mondo. Tende a essere da palcoscenico, pagando un tributo al testo fonte, in stile teatrale. Il Macbeth di Justin Kurzel è stilisticamente medievale nella epoca, in cui le battaglie sono brutali, le trame sinistre, e le profezie strazianti. Michael Fassbender interpreta il protagonista, il personaggio tragico, insieme a Marion Cotillard, nelle vesti di sua moglie Lady Macbeth. Questa coppia spaventosa rappresenta per davvero il turbamento che la corruzione dell’anima apporta. Le loro azioni ignobili – nate dall’avarizia e delle profezie autorealizzate – li guidano nella completa degradazione di sé stessi. La costante foschia che li accompagna lungo il film, accoppiata con un’angosciante cinematografia cattura l’essenza del lavoro di Shakespeare.

Il film di Kurzel trasuda oscurità un efficace parallelo agli eventi che si dispiegano sullo schermo. Il film possiede una palette di colori piuttosto giallognoli, per cui è in grado di rendere l’umore attraverso il colore. La nebbiolina gialla che attanaglia lo spettatore e lo stordisce trasmette facilmente la disperata sensazione che Kurzel ha fortemente voluto mostrare. Infine, il film è eccezionale nella sua abilità di non favorire le audience, semplicemente mostra la realtà, perciò chi non se lo gode forse semplicemente non è fatto per questo tipo di narrazione e per questa perla, relegata tra i film più sottovalutati del decennio 

Bone Tomahawk (2015) 

Film più sottovalutati del decennio, CinemaTown.it

S. Craig Zahler presenta un forte immaginario horror-western nel suo film di debutto Bone Tomahawk. Zahler racconta la storia di un leader ferito, uno sceriffo vigoroso, un eccentrico del luogo è un ingenuo vice che si imbarcano in una missione per ritrovare dei cittadini scomparsi. Arthur (Patrick Wilson) è alla ricerca di sua moglie (Lili Simmons) è accompagna questo gruppo nonostante la sua ferita. Lungo la strada incontrano percorsi rigidi, e alcuni ostacoli letali, mentre combattono contro forze oscure per soravvivere.

Il film ha momenti di brutale violenza, tuttavia lentamente costruisce aspettative e culmina con un clima esplosivo. Il tono confina tra riguardo e sincerità, anche se non si ritira dal mostrare immagini barbariche. È un connubio tra due generi isolati – quello western e quello horror – potrebbe far si che alcune audience siano divise, tuttavia ancora permette il dispiegamento di una storia affascinante sull’isolato panorama di un enorme deserto.

Anche il castrisalta allo spettatori, con Richard Jenkins, Kurt Russel e Matthew Fox che offrono performance speciali. Ogni personaggio impersona la propria specifica persona con motivazioni individuali e le le loro azioni rimangono fortemente vere. Senza inoltrarsi nei dettagli, ci sono dei momenti davvero dolorosi in cui i personaggi temono per la propria vita. Questo film funziona bene perché prende le premesse di un film di 
sfruttamento e si permette di trascendere i generi offrendo una una storia seria con personaggi realistici. Il prodotto finale appare come un oggetto di artigianato lavorato con estrema cura, motivo per cui si presta più ad un apprezzamento di nicchia e alla catalogazione tra i film più sottovalutati del decennio.

The Master (2012) 

Film più sottovalutati del decennio, CinemaTown.it

The Master – il seguito dell’applaudito Il petroliere di Paul Thomas Anderson – offre allo spettatore un effetto piuttosto ambiguo. Il film probabilmente non è commovente come il primo, ma la regia e l’interpretazione sono sicuramente capolavori della decade. Freddie (Joaquín Phoenix) è un vagabondo alcolizzato è depresso perseguito dal trauma della seconda guerra mondiale, e dalla sua vita precedente. In seguito, per puro caso, incontra il  carismatico Lancaster Dodd (Phillip Seymour), leader di una setta religiosa. Freddie inizia a essere avvolto dalla Causa, quando inizia a trattare Dodd come un messia, nonostante alcune preoccupazioni da parte di quelli che sono all’interno della cerchia di Dodd.

La colonna sonora di John Greenwood è coinvolgente, come sempre, e la regia di Anderson è squisita. Permette al talento dei due attori protagonisti di brillare, incorporando allo stesso tempo una buona quantità di immagini incantevoli è una cinematografia mozzafiato. In generale, The Master è uno dei migliori prodotti della decade e non riceve il giusto plauso che dovrebbe, essendo divenuto il più grande tra i film più sottovalutati del decennio, nonostante sia una vera e propria perla registica e attoriale.

Green Room (2015) 

Film più sottovalutati del decennio, CinemaTown.it

Lo stile di Jeremy Saulnier viene dipinto attraverso il colore è la brutalità. Il titolo che richiama il colore in Green Room e Blue Ruin viene personificato in ognuno dei suoi film – il blu rappresenta la completa decimazione della vita del personaggio e il verde rappresenta l’orrore degli incontri della vita del personaggio. Una band da quattro soldi punk-rock è  rinchiusa in un club nella campagna dell’Oregon. La band assiste a un evento illegale e quindi diventa il target di un gruppo di neo-Nazisti che gestiscono il club. Questo thriller dal costo basso offre all’audience veramente tanto, e anche se è la violenza che guida la trama, i personaggi sono estremamente realisti.

Green Room è in apparenza comico in alcune parti, il che è un po’ sorprendente in un film che coinvolge i Nazi. Lo fa in maniera leggera e in un modo che non detrae nulla dalla trama, funziona come una battuta tra i personaggi. Anche se alcuni non lo vedono, il film di Saulnier offre 90 minuti di intrattenimento girato ed eseguito eccellentemente, finendo incomprensibilmente tra i film più sottovalutati del decennio che meritavano una considerazione di tutto rispetto.

Animal Kingdom (2009)

Film più sottovalutati del decennio, CinemaTown.it

Il drama selvaggio di David Michôd è un film profondamente disturbante sulla brutalità dei criminali e della loro conseguente caccia. Vanta un cast fantastico, come Joel Edgerton, Jacki Weaver, Ben Mendelsohn e Guy Pearce. Racconta la storia di una famiglia che soffre di dismorfia che non ha alcun limite nel compiere azioni deplorevoli. Per quanto siano minacciosi, i membri di questa famiglia appaiono molto reali. Orribili, corrotti ma comunque persone. Hanno tutti degli obiettivi e motivazioni e per quanto distorte possano essere, hanno senso nella testa dei personaggi. Per compensare alla loro ostilità le autorità australiane usano la stessa ferocia.

Animal Kingdom  ha ottenuto la propria  serie tv americana con lo stesso titolo, l’unico che enfatizza il lavoro di Michôd. È solo un testamento la capacità di questo film di catturare la propria audience, come una particolare interpretazione crudele della categoria crime drama. I film IFC sono noti per restare sotto i radar per la mancanza di circolazione. Questa nozione dovrebbe essere un’accusa verso l’industria del cinema e l’ostinazione dell’audience, non del racconto stesso, finito immeritatamente tra i film più sottovalutati del decennio.

It Comes At Night (2017)

Film più sottovalutati del decennio, CinemaTown.it

Il thriller apocalittico di Trey Edward Schults, It Comes At Night, offre una vista creativa e sottovalutata su un genere dominato da film fiorenti e bruschi dove lo spettacolo prende il sopravvento sui personaggi. La minaccia è spaventosa anche se non si vede ad ogni opportunità, anzi, meno si vede più diventa mistica. Schults invece opta per costruire una base di personaggi molto realistici che competono in obiettivi e motivazioni. Alla fine questi interessi in competizione si mescolano una volta che la claustrofobia e l’ansia della situazione raggiungono l’apice.

Questo piccolo gioiello, tra i film più sottovalutati del decennio, è in grado di mischiare la minaccia incombente della morte imminente e lo sconosciuto con il terrore evocato dalle sequenze di sogni spaventosi che appaiono nel corso del film. Una controversia marginale circonda il film in quel A24 che marchia il film come horror, riempiendolo di immagini strazianti e la minaccia del mondo esterno, ma nel frattempo è un drama pensato sui personaggi. Certo, avviene in un ambiente apocalittico, con tutte le sue trappole in termine di estetica. Ci vuole un po’ perché arrivi al suo etico finale. Se la audience si aspetta un thriller di lenta costruzione artistica, verrà accontentata.

Kill List (2011)

film più sottovalutati del decennio CinemaTown.it

Il thriller profondamente snervante di Ben Wheatley, grandemente ignorato presenta un certo tipo di disperazione e semplicità, come si intuisce anche dal titolo, ed è tra i film più sottovalutati del decennio più meritevoli di considerazione. Kill List dà prova di essere un racconto crudelmente malefico, in cui i personaggi vengono avvoltolati dagli eventi, portandoli a una completa trasformazione. Assalta gli spettatori col suo tono pieno di paura dispotica e tensione paralizzante, più evidente nella casa di Jay (Neil Maskell). Problemi economici e questioni irrisolte con sé stesso – da un passato problematico in guerra – culminando nel ritratto di un uomo che vuole sia sfuggire al proprio passato che all’incontro col futuro.

La trama è semplice. Jay e zagal hanno una lista di nomi di persone da uccidere. Questa lista include un prete e un MP. Tutto va in malora quando il guaio in cui si trovano diventa ancora più sinistro. Questo film è semplicemente un precursore di Hereditary Midsommer di Ari Aster, dato che i concetti vengono trattati più o meno allo stesso modo. Nel complesso non è un film leggero, però offre dei momenti di seria rivelazione. Le sue immagini che inducono paura e gli eventi che le accompagnano daranno ai giusti spettatori il giusto premio se si imbarcheranno nell’esperienza.

Calvary (2014) 

Film più sottovalutati del decennio, CinemaTown.it

Il film di John Michael McDonagh racconta la storia di un prete che deve vedersela con una parrocchia cinica e apatica. La trama del film è mossa quando Padre James (Brendan Gleeson) riceve una minaccia alla propria vita nel confessionale. Mentre gli eventi vanno avanti, lo spettatore si trova a ponderare – insieme a Padre James a su chi dei suoi parrocchiani potrebbe aver lanciato questa orrenda minaccia alla sua vita. Nello stesso momento, questa oscurità minacciosa viene accompagnata da un elemento comico offerto perlopiu da coloro che lo circondano. Domnhall Gleeson, Chris O’Dowd, Kelly Reilly, e Aiden Gillen offrono i ruoli di supporto e lo humor. Il film è un viaggio spirituale del protagonista, un ex alcolista che cerca il significato nelle anormalità della vita.

Lo humor e secco e il sentimento genuino in questo scenario contemplativo, il panorama è soprattutto grigio e battuto dal vento, un paesaggio di rocce irlandesi con l’atmosfera piena di ombre. La sua essenza sottile dipinge il tono del racconto, che figura tra i film più sottovalutati del decennio in assoluto. Le qualità visive sono la logica accoppiata per la ricerca spirituale che prende luogo nella testa di Padre James. Tuttavia non viene avvolta dalla morbosità dato che le oscurità dei personaggi funzionano da distrazione sia per il Padre che per lo spettatore. Alla fin fine è un film semplice che merita un po’ di tempo da dedicargli.

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