Presentato al 37esimo Torino Film Festival, Knives Out è la nuova fatica cinematografica di Rian Johnson dopo il suo Star Wars: The Last Jedi. Capitanato da Daniel Craig, nel film il detective Benoit Blanc, la storia tratta di un omicidio all’interno di una ricca e disfunzionale famiglia. Questo giallo, ambientato ai giorni nostri e con tematiche moderne, trasmette tutte le giuste emozioni e ricorda, sotto molti versi, i grandi film del genere di metà ‘900. Johnson riesce in questo film a portare allo spettatore un turbinio di emozioni, facendolo ridere e piangere nei momenti giusti senza mai rovinare alcuna scena. Il microcosmo creato dal regista risulta assolutamente uno dei film migliori dell’anno.

Comicità, tragedia ed umanità

Knives Out CinemaTown.it

Knives Out riesce, con grande abilità, a toccare ed analizzare grandi tematiche facendo grande uso di comicità e dramma. Prima tra tutte, viene posto fin da subito l’accento sul ruolo della famiglia e delle relazioni interpersonali che vanno a formarsi (o a disfarsi) nel corso degli anni. Dopo la scoperta del corpo di Harlan Thrombey (Christopher Plummer) infatti assistiamo agli interrogatori ai suoi parenti apparentemente solo una grande e ricca famiglia di successo. Andando a fondo, grazie alle doti del detective Blanc, si evidenzia però un quadro completamente diverso fatto di invidia, astio e disprezzo.

Qui entra in gioco il personaggio di Marta Cabrera (Ana de Armas): infermiera del vecchio Harlan, rappresenta forse l’unica figura a stretto contratto coi Thrombey in grado di discernere in modo chiaro le vere motivazioni per ognuno dei membri della famiglia. Grazie a questo scopriamo delle dinamiche profonde in cui si evidenzia come tutti, in qualche modo, avessero dei segreti. Il tema del segreto, dell’ambiguità e di quali fossero effettivamente le relazioni tra di loro risulta infatti fondamentale. Evolvendosi, questo porta il film a porre domande molto più profonde e generali sulla bontà, sulla giustizia e sul perchè accadano certe cose. Il tutto non risulta mai pesante, perchè Johnson abilmente giostra momenti di comicità naturale e mai forzata a momenti di puro, straziante dramma. Il risultato è una storia poetica, un classico per tutte le età ed un giallo con un grandissimo messaggio di fondo.

Più che un cast, Knives Out è una famiglia

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Il cast di Knives Out risulta indubitabilmente una delle più importanti doti di questo eccelso film. Ogni elemento funziona con una precisione millimetrica, aggiungendo alla trama la giusta dose di caratterizzazione pur con un semplice gesto comune. Daniel Craig e Ana De Armas, i due “protagonisti principali”, trasmettono ogni istante di gioia e dolore in modo ineguagliabile, portando due performances che risultano senza alcun dubbio tra le loro migliori. Al loro lavoro si aggiunge quello del resto dell’enorme e talentuoso cast. Grazie al connubio di un ottimo script e del loro talento, ogni istante del film risulta oltre ogni modo intrattenente ed appassionante.

Dei tre figli di Harlan ne veniamo a conoscere solamente due: la businesswoman Linda Drysdale (Jamie Lee Curtis), accompagnata dal marito Richard (Don Johnson), e l’editore Walt Thrombey (Michael Shannon), accompagnato dalla moglie Donna (Riki Lindhome). A loro si aggiunge Joni Thrombey (Toni Collette), influencer, nuora di Harlan e moglie del defunto Neil Thrombey. Infine troviamo Hugh Ransom Drysdale (Chris Evans), viziato figlio di Linda e Richard, Megan Thrombey (Katherine Langford), liberale figlia di Joni e Neil, e Jacob Thrombey (Jaeden Martell), estremista di destra e figlio di Walt e Donna. Questa disfunzionale (ma perfettamente funzionante ai fini della trama) famiglia viene esplorata sotto ogni piccolo particolare e, più che seguire la trama del film, sembra viverla in prima persona. Un cast così variegato potrebbe sembrare in certi versi alienante, ma vi assicuriamo che uno dei più grandi successi del film è quello di rendere credibile e, in certi sensi, necessaria la presenza di questi attori in questi ruoli.

Un Rian Johnson senza vincoli che crea un capolavoro

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Rian Johnson, sceneggiatore e regista del film, dimostra il suo talento registico grazie ad un universo di cui può gestire ogni singolo aspetto. Il suo mondo, assolutamente realistico ed attuale, vive grazie ad una chiara passione del regista per il genere e soprattutto grazie al suo grande talento nel creare conflittualità non banali e senza dubbio intriganti. Johnson orchestra la storia di Knives Out e la mette in scena con maestria, giocando grazie a lacrime e risate coi sentimenti del pubblico. Indubbiamente, il suo successo va però inoltre ritrovato nel talento del team con cui ha lavorato nella creazione del film.

La fotografia di Steve Yedlin risulta calorosa, trasmettendo il senso di familiarità che i personaggi del film hanno nei confronti nella magione dei Thrombey. Il setting, molto pittoresco, è un amarcord nel genere poliziesco/giallo e concede a Johnson e Yedlin di riprendere scorci assolutamente ottimi. Al suo lavoro si aggiunge quello della colonna sonora di Nathan Johnson: le sue note aiutano enormemente il resto della produzione, convogliando con maestria le emozioni fino a sigillare perfettamente la scena.

Knives Out è un capolavoro nel genere ed uno dei, se non il, migliori film dell’anno. Con una regia superba, un cast stellare ed un team produttivo superlativo, questo film è senza dubbio destinato a diventare un prodotto artistico di culto. Diretto da Rian Johnson ed interpretato da Daniel Craig, Ana de Armas, Christopher Plummer, Jamie Lee Curtis e Chris Evans, Knives Out uscirà nelle sale italiane il 5 Dicembre 2019.

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  • Regia
  • Recitazione
  • Sceneggiatura
  • Fotografia
  • Colonna sonora
4.9

Riassunto

Knives Out è un capolavoro nel genere ed uno dei, se non il, migliori film dell’anno. Un giallo moderno e contemporaneamente vecchio stile, Johnson riesce a giostrarsi con magistrale abilità in una crime story senza precedenti. Con una regia superba, un cast stellare ed un team produttivo superlativo, questo film è senza dubbio destinato a diventare un prodotto artistico di culto.

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