
Christopher Markus e Stephen McFeely sono sceneggiatori che stanno dietro a Endgame e Infinity War e in un’intervista al New York Times hanno spiegato il ruolo ridotto di Captain Marvel nel capitolo conclusivo della saga degli Avengers, ultimo lavoro dei fratelli Russo e ora disponibile al cinema. Chi più chi meno, concordiamo tutti sul fatto che l’eroina avesse avuto una parte piuttosto misera nel film, nonostante ci si aspettasse che fosse lei il focus dell’intera storia nonché il plot twist sul destino dell’universo e la fine di Thanos.
È nello spazio da quasi metà della sua vita. Ha degli obblighi.
Ha spiegato Markus. Nel corso del film viene infatti spiegato che Carol non può badare esclusivamente ai problemi della Terra, visto che tutto l’universo deve fare i conti con le conseguenze della Decimazione.
Passerà un po’ di tempo prima che mi rivediate.
Dice poi il personaggio in una sequenza ambientata dopo il salto temporale di 5 anni.
Certo, Captain Marvel è in Endgame meno di quanto vi aspettaste. Ma non è la sua la storia che volevamo raccontare, ma quella dei Vendicatori originali che devono fare i conti con la perdita e che trovano una conclusione. Lei rappresenta il nuovo.
Ha aggiunto McFeely.
Sulla possibilità, poi, che il successo di Black Panther e Captain Marvel abbiano influito sui personaggi di Endgame, i due dicono:
Non c’è stato molto tempo per assecondare la cosa. Non potevamo dire: “Presto, mettiamo Shuri in questa scena”, perché prima abbiamo iniziato a girare Infinity War e Endgame, poi hanno iniziato Black Panther, poi hanno finito mentre noi stavamo ancora girando. […] Stesso problema con Captain Marvel, abbiamo girato le scene con Brie Larson prima che lei girasse il suo film. Stava pronunciando battute per il suo personaggio 20 anni dopo la sua storia delle origini che nessuno aveva finito di scrivere. È stato folle.
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