Ci sono personaggi che vanno al di là delle loro azioni. Capaci di fare la storia, nel bene e nel male, e di rompere gli indugi in ogni modo e in qualsiasi azione della quale sono protagonisti. Da questo punto di vista, la figura di Diego Armando Maradona si è rivelata unica nel panorama calcistico mondiale, esulando anche dal ruolo di calciatore per diventare un simbolo del successo di chi era cresciuto in un quartiere povero e disagiato. Dal fango alla gloria mondiale attraverso il pallone, la vita di Maradona è stata oggetto di tantissimi film e documentari di primo livello, l’ultimo dei quali è stato realizzato dal regista Asif Kapadia, uscito da poco anche sul web e grande successo ai botteghini dei cinema mondiali l’estate scorsa. Stiamo parlando di un film che si concentra soprattutto sulla tappa napoletana del fenomeno argentino, che dopo essere passato al Barcellona alla società partenopea rese grande una squadra fino a quel momento incapace di vincere.

La gloria di Maradona ha attraversato il mondo, ma sebbene ebbe origini nel sostrato più basso della realtà Argentina, fu proprio durante la sua epoca al Napoli che l’aura di Diego assunse proporzioni magnifiche. Campione della Serie A in due occasioni con la maglia azzurra, l’argentino sarebbe stato l’Alfa e l’Omega di una squadra che dopo il suo addio non sarebbe mai più riuscita a raggiungere quei picchi di rendimento e di gloria, come ben dimostra adesso la classifica di Serie A che vede il Napoli settimo. Le principali scommesse sportive online in questo momento, infatti, vedono gli azzurri lontani dalla conquista dell’obiettivo dello Scudetto, qualcosa che in questo momento si stanno giocano la Juventus e l’Inter. La figura di Maradona, dunque, è stata fondamentale per dare gioie ai napoletani dal punto di vista sportivo ma anche sociale, nell’ambito di una rivalsa umana di un popolo da sempre vessato e senza guida.

Da sempre visto come un fenomeno che andava al di là del calcio, il numero 10 argentino, capace di vincere con la sua nazionale un mondiale da protagonista nel 1986, è stato oggetto anche di uno storico film realizzato dal grande regista bosniaco Emir Kusturica, un altro genio del cinema sempre attratto dalla figura rivoluzionaria dell’argentino. In quest’opera, uscita nel 2008, si mostra una figura a 360 gradi di Maradona, un fenomeno popolare assoluto che si avvicinava più a una stella del rock per la sua forma di vivere e di andare incontro agli eccessi. Altri due film sull’argentino, che hanno avuto meno impatto mediatico, ma che hanno provato comunque ad esaltarne la figura, sono Amando a Maradona, del regista Javier Vazquez, e Maradona, la Mano de Dios, realizzato dal regista italiano Marco Risi, figlio del famoso Dino. Al di là del contenuto di ognuno di questi film, in comune tutte queste opere hanno in comune il tentativo di esaltare una figura assoluta del calcio mondiale che è diventato un simbolo di lotta, superamento e anche di caduta. Perché, in fondo, anche gli dei possono scivolare.

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