Tra pochi giorni, il nuovo horror di Jordan Peele arriverà anche nelle sale italiane. Noi racconta il terribile incontro tra una felice famigliola in vacanza e i propri doppelganger cattivi, simboli di traumi irrisolti e di conflitti infantili. Una peculiarità del film consiste nei ripetuti riferimenti a Michael Jackson. Durante i primi minuti, infatti, la versione giovane del personaggio di Lupita Nyong’o indossa la maglietta di Thriller sulla spiaggia di Santa Cruz. Ma il regista e la costumista, Kym Barrett, non si sono limitati a questo ma hanno seminato altri indizi sul Re del Pop. Tra l’altro, la figura di Jackson, proprio negli ultimi giorni, è balzato nuovamente agli onori della cronaca a causa dell’uscita di Leaving Neverland, documentario che ha messo il mondo sotto schock.
Hands Across America, Thriller e la doppia anima di Michael Jackson
Come nel famoso corto musicale del 1983 diretto da John Landis, anche i doppelganger nel film di Peele indossano una tuta rossa e un singolo guanto, segno peculiare del personaggio di Michael Jackson. Secondo la costumista:
Noi è ricco di riferimenti e omaggi a diversi registi e a tanti film horror. La giovane Adelaide conosce Michael Jackson, ha presente la sua immagine e il significato di Hands Across America. Quando esce fuori dal tunnel verso il mondo esterno, la sua impressione del mondo è confusa e viene proiettata sulla scelta della tuta rossa. La bambina di 8 anni conosce Hands Across America e ha visto le migliaia di persone normalmente tagliate fuori e un ragazzo un po’ sinistro con una tuta rossa e un solo guanto. Sono memorie della sua infanzia che, in seguito, torneranno a colpire.
La maglietta di Thriller è messa in relazione al mondo sotterraneo abitato dai doppelganger e al loro modo di camminare molto simile a quello degli zombie. Peele stesso è intervenuto sui ripetuti cenni al Re del Pop, dicendo:
Ogni cosa nel film è intenzionale, lo garantisco. Michael Jackson, probabilmente, è il santo patrono della doppia natura umana. L’inizio di Noi è ambientato negli anni ’80 e, in quegli anni, io stesso percepivo Jackson in modo doppio. Per me, era sia il ragazzo apparentemente positivo che ha partecipato a Hands Across America sia il protagonista di Thriller che mi ha spaventato a morte.
Anche Kym Barrett concorda, aggiungendo che Jackson è il perfetto esempio delle differenze tra il modo in cui una persona viene percepita e ciò che è davvero.
Le tute da lavoro indossate dai doppelganger di Noi
L’idea delle tute indossate dai doppelganger viene anche dal modo di vestire degli operai che vanno tutti i giorni a lavorare.
Si tratta di qualcosa che proviene dai vestiti semplici da indossare degli operai. Secondo Jordan, le tute dovevano essere rosse. Fondamentalmente, la tuta da lavoro è una cosa molto semplice da indossare e da togliere. Io volevo che i personaggi sembrassero vulnerabili e, quindi, ho accorciato i pantaloni, in modo tale che si vedessero le anche. Volevo che i doppelganger potessero emergere dalle tenebre e muoversi tra il buio e la luce.
La costumista voleva anche distinguere, in tal modo, i doppelganger dai personaggi della famiglia interpretati da Lupita Nyong’o e Winston Duke. Infine, la Barrett dice di non avere idea delle conseguenze che Leaving Neverland potrebbe provocare su Noi:
Non so minimamente se possa essere un bene o un male per il film. Ciò che veramente mi colpisce è che, in occasione degli ultimi processi che hanno coinvolto Jackson, il mondo ha iniziato a vederlo in modo diverso. Jackson potrebbe essere colpevole. Ma se non lo fosse?