Netflix e Hollywood sono da sempre nemiche amiche per la pelle. L’accoglienza da parte della critica dei prodotti delle due realtà produttive sono spaccate, così come le tendenze dei registi e dei creativi, che se da una parte saranno per sempre attratti dal prestigio delle major, non possono che cedere alle avance degli streamer. Un dibattito ancora aperto è quello sulla – presunta – spaccatura che i servizi digitali hanno creato nell’industria cinematografica, di fatto distruggendola.

A intervenire nella discussione arriva anche Charlie Kaufman, che avendo in calendario con Netflix un nuovo film che si preannuncia di alto livello, intitolato I’m Thinking of Ending Things e in uscita in piattaforma il 4 settembre, si è sentito legittimato a dire la sua al Wall Street Journal. Scritto e diretto da Kaufman, I’m Thinking of Ending Things si basa sull’omonimo romanzo di Ian Reid, un thriller psicologico su una donna che guida con il suo ragazzo nella fattoria isolata della sua famiglia.

“Stavo cercando qualcosa che qualcuno mi avrebbe permesso di dirigere ed è più facile realizzare qualcosa se si basa su un libro, un fumetto o un film già esistente. Il produttore con cui lavoro ha avuto un accordo con Netflix.

Non so se Netflix sapesse che stavo per trasformarlo in qualcosa di meno thriller del libro, e non credo nemmeno se lo saprò mai. Il libro ti porta a una rivelazione e ho pensato che potesse essere ovvia e deludente nel film. Le cose sono più misteriose nelle parole di quanto non siano nelle immagini.

Potevo giocare e sperimentare, ma il business è cambiato enormemente, e tutto è accaduto intorno al 2008 quando gli studi hanno smesso di fare film e hanno iniziato a creare tent-poles.

La ragione per cui qualcosa come Netflix attira i cineasti è perché non c’è nessun altro posto dove realizzare queste cose. È esasperante per me quando la gente dice che Netflix sta rovinando i film perché no, è l’industria classica ad aver rovinato sé stessa, è la verità.”

Charlie Kaufman ha poi continuato spiegando come una sceneggiatura musicale originale che ha scritto in precedenza, chiamata Frank o Francis – con grandi star del cinema – non poteva nemmeno essere finanziata per un budget di undici milioni di dollari, motivo per cui ha iniziato anche a dedicarsi alla stesura di romanzi. Il suo romanzo d’esordio di oltre settecento pagine, Antkind, sarà pubblicato da Random House il 7 luglio.

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