Un nemico che ti vuole bene segna il ritorno al cinema di un grande del cinema italiano come Diego Abatantuono, dopo la commedia di cui è stato protagonista con Salvatore Esposito uscita qualche mese fa, Puoi Baciare lo Sposo.
Enzo Stefanelli è un grigio professore di astrofisica, autore di una scoperta di cui altri si sono presi il merito, vessato dal proprio nucleo familiare. L’apatia della sua esistenza viene rotta dall’incontro con Salvatore, killer di professione a cui salva la vita. Per sdebitarsi, il sicario gli fa una proposta: uccidere, gratuitamente, un bersaglio a sua scelta. Riluttante, Stefanelli analizza le persone nella sua vita, scoprendo che i nemici intorno a lui sono più di quanti pensasse.
Un nemico che ti vuole bene: un’idea originale
La storia della genesi di questa pellicola è piuttosto interessante. Stando al racconto del regista, Denis Rabaglia, essa è infatti tratta da una storia vera raccontatagli da Krystof Zanussi, regista polacco. Su quella base è nato un film che poteva essere davvero qualcosa di speciale, ma finisce per perdersi troppo presto.
Un nemico che ti vuole bene: Abatantuono sotto tono
Il protagonista, il consumato Diego Abatantuono, dovrebbe reggere con la sua recitazione l’intera pellicola, essendo presente in quasi tutte le scene. Il punto è che, invece, l’attore appare apatico, ingessato, nel tentativo forse di portare in scena un personaggio disilluso, che però risulta semplicemente mono espressivo ai limiti dell’accettabile.
Manca poi la chimica con l’altro protagonista, Antonio Folletto, il quale appare poco credibile fin dal principio nei panni del killer di professione. L’intesa tra i due non decolla, se non per alcune battute che strappano qualche sparuta risata tra il pubblico, neanche troppo convinta o giustificata.
Anche i comprimari, giovani o esperti che fossero, non riescono a dare credibilità a personaggi peraltro scritti non benissimo. Tra prestazioni sottotono e altre sopra le righe, nessuno sembra riuscire a seguire lo spartito che vorrebbe la pellicola.
Un nemico che ti vuole bene: una sceneggiatura rivedibile
Al netto della premessa iniziale, che poteva destare interesse, la sceneggiatura appare forzata, sia nei dialoghi che negli avvenimenti. Alcune scene appaiono persino inutili ai fini della trama o della comprensione del film, quasi fosse necessario ripetere più volte la stessa cosa, per essere sicuri che gli spettatori capiscano l’avanzamento di una pellicola non certo di difficile comprensione.
I personaggi, sia principali che secondari, sono scritti con superficialità, rendendoli mono dimensionali e poco interessanti. Si faticano a capire anche le relazioni che si formano tra di loro, fra mariti, ex mariti e figlie che chiamano “papà” due persone diverse.
I dialoghi raggiungono i limiti del surreale, così come alcune situazioni grottesche. Il problema principale è che paradossalmente il film si prende troppo sul serio, soprattutto per essere una commedia. I momenti in cui davvero si potrebbe ridere, sono solo involontariamente comici, mentre le battute sono prevedibili, e i tempi comici sono spesso sbagliati.
Lo svolgimento dello script, inoltre, è facilmente prevedibile, visto che fin dalle prime battute si capisce che il protagonista è un uomo troppo buono, vessato da persone che si approfittano di lui, neanche troppo velatamente.
Il finale appare poi oltremodo forzato, come se l’intero screenplay non lo fosse abbastanza, portando ad un plot twist talmente surreale da lasciare sbigottiti, piuttosto che genuinamente sorpresi. Viene poi da chiedersi in che modo la commedia in questione possa definirsi dark, visto che l’impostazione appare invece quella di una commedia classica, senza particolari sfumature thriller.
Un nemico che ti vuole bene: la colonna sonora e la fotografia
Anche la colonna sonora va analizzata a parte, in questo prodotto. Essa è composta da un unico motivo, che viene ripetuto con leggerissime sfumature per tutta la durata della narrazione, arrivando quasi ad essere fastidiosa. La fotografia, per lo meno, riesce ad arricchirsi dei vasti paesaggi di Puglia e Svizzera, riuscendo a catturare l’occhio in più di qualche inquadratura.
Un nemico che ti vuole bene: si poteva fare molto meglio
In definitiva, Un nemico che ti vuole bene appare un prodotto di scarsa qualità, che non riesce a coinvolgere lo spettatore, né nei momenti seri, né in quelli comici, ma causa principalmente di una sceneggiatura scarsa e di un cast decisamente poco ispirato, per quanto talentuoso. Insomma, da evitare.
Regia 1,5
Sceneggiatura 1
Recitazione 1
Fotografia 3
Colonna Sonora 1