Il Centro nazionale contro lo sfruttamento sessuale (NCOSE) ha rilasciato una dichiarazione che condanna Baby, la nuova serie tv tutta italiana, targata Netflix. A parlarne è IndieWire, la nota testata americana. Secondo l’NCOSE, Baby promuoverebbe la prostituzione. La serie è liberamente ispirata ai fatti di cronaca riguardanti le Baby Squillo dei parioli a Roma. All’inizio dell’anno, cinquantacinque sopravvissuto al traffico sessuale si sono uniti all’NCOSE e hanno inviato una lettera a Netflix, esprimendo preoccupazione per la serie tv. Secondo l’NCOSE, Baby normalizzerebbe anche gli abusi sessuali su minori e la prostituzione minorile. Dawn Hawkins, direttore esecutivo del centro nazionale per lo sfruttamento sessuale ha affermato quanto segue:
Nonostante il movimento #MeToo, Netflix sembra essere diventato completamente sordo sulle realtà dello sfruttamento sessuale. Nonostante le proteste dei sopravvissuti allo sfruttamento sessuale e a vari esperti in materia, Netflix promuove il traffico sessuale con la serie tv Baby. Chiaramente Netflix sta dando priorità ai profitti rispetto alle vittime di abusi.
Dichiarazioni molto gravi quelle di Hawkins, che ci lasciano perplessi considerando la politica ferrea di Netflix sulle molestie sessuali… chiedete a Kevin Spacey.
Erik Barmack Vicepresidente di International Originals di Netflix ha definito Baby un prodotto “spigoloso”, scatenando le ire di Hawkins che ha controbattuto:
Non c’è assolutamente niente di spigoloso nello sfruttamento sessuale dei minori. Questa serie celebra l’abuso sessuale e banalizza l’esperienza di innumerevoli donne e uomini minorenni che hanno sofferto attraverso il traffico sessuale.
Netflix è già stato pesantemente criticato negli ultimi mesi poiché avrebbe promosso il body shaming con Insatiabile e avrebbe mostrato una scena che si potrebbe interpretare come pornografia infantile, nel film argentino Desire. Cosa pensate delle accuse che sta ricevendo Netflix? avete già guardato Baby?
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