Moreno, Marco Giallini, è un uomo di mezza età fissato con la Banda della Magliana. Moreno ha anche gravi problemi con la ex moglie non riuscendo a pagarle gli arretrati. Sebastiano, Alessandro Gassmann, è un uomo imbranato e impacciato che ha gravi problemi coniugali. Giuseppe, Gianmarco Tognazzi, è invece un uomo con grandi complessi di inferiorità che non riesce a farsi valere con il suo suocero. I tre protagonisti di Non ci resta che il crimine incontrano Gianfranco, Massimiliano Bruno, un loro vecchio compagno di scuola che bullizzavano frequentemente mentre stanno cercando di fare qualche soldo organizzando tour nei luoghi legati alla bande della Magliana. Il vecchio amico ha ottenuto un grande successo nella vita e fa di tutto per dimostrare la propria vittoria ai sui ex tormentatori.
I tre così mentre stanno scappando da Gianfranco si ritrovano catapultati nell’estate del 1982 dovendo così affrontare la banda della Magliana e rivedere la vittoria dell’Italia ai mondiali. Non ci resta che il crimine pur rendendo omaggio al leggendario film di Benigni e Troisi Non ci resta che piangere prende una direzione più vicina al film d’azione che non alla commedia pura. Il film prende ispirazione e cita Ritorno al futuro. Non ci resta che il crimine è anche profondamente debitore del film Romanzo crimanale e dalla omonima serie per le parti del lungometraggio che parlano della banda della Magliana. Per la colonna sonora sono state scelte molte canzoni popolari degli anni ottanta.
Non ci resta che il crimine: Un film di genere
Il rapporto tra il cinema di genere in Italia è sempre stato complesso. Abbiamo avuto dei grandi maestri come Mario Bava, Dario Argento e Sergio Leone. Tuttavia negli ultimi anni i produttori nostrani non hanno preso in considerazione questo filone, ad eccezione di pochi particolari casi come di Smetto quando voglio (2014) e sopratutto Lo chiamavano Jeeg Robot (2015). Non è un caso quindi che il soggetto e la sceneggiature di Non ci resta che il crimine siano stati fatti anche da Nicola Guaglianone e Menotti, i quali sono stati le menti dietro a Lo chiamavano Jeeg Robot.
Non ci resta che il crimine è un film che racchiude dentro di se un mix di generi. Il lungometraggio è principalmente comico con molti elementi legati ai film d’azione e di gangster. Possiede anche una parte di fantascienza legata al concetto di viaggio nel tempo. Proprio per il miscuglio di generi questo film si presenta come un esperimento molto interessante nel panorama cinematografico italiano. Nonostante sia un film comico, in Non ci resta che il crimine compaiono alcune scene violente e sanguinose. Proprio queste aiutano a rendere i membri della Banda della Magliana come un vero pericolo per la vita dei protagonisti. Il film talvolta ha un particolare tono fumettistico, dovuto probabilmente al tocco di Menotti.
Non ci resta che il crimine: Tre maschere
Come ha notato il critico Francesco Alò, i tre personaggi principali del film sono delle maschere che rappresentano vari archetipi i quali sono: il pusillanime (Giuseppe), il frignone (Sebastiano) e il “cazzaro” (Moreno). In questo modo di concepire il personaggio il film di Bruno si può associare alla commedia all’italiana. Non a caso che due degli attori principali del film sono i figli di Vittorio Gassman e Ugo Tognazzi.
Dei tre attori principali, emerge in maniera particolare Gianmarco Tognazzi il quale regala al pubblico una performance che ricorda molto quelle di suo padre per carisma e bravura attoriale. Buona è anche la recitazione dei due attori protagonisti. Sono delle maschere anche quelle dei personaggi secondari, sebbene alcuni di loro siano delle persone realmente esistite. Da ricordare sono le performance di Ilenia Pastorelli, che recita la parte di Sabrina, donna scaltra dai facili costumi e quella di Edoardo Leo, che rappresenta sul grande schermo in maniera encomiabile Renatino, il celebre boss della Magliana Enrico De Pedis.
Non ci resta che il crimine: Un esempio per il futuro
Non ci resta che il crimine non è di certo un capolavoro cinematografico, ma un discreto film di genere che potrà fare (e sta già facendo) buoni risultati al botteghino. Sopratutto si spera che questo lungometraggio possa mostrare ai produttori italiani suggerimenti utili per riportare il prodotto medio ai livelli che aveva raggiunto negli anni sessanta – settanta.
Di fatti, se da una parte in Italia sta crescendo una buona generazione di autori, lo stesso non si può dire dei film commerciali che negli ultimi anni hanno avuto un calo sia di presenze che di qualità. Ecco che il segreto stia forse proprio nel cercare di guardare al passato del cinema italiano, per ritornare al futuro con idee nuove e moderne ma radicate nella nostra tradizione comica millenaria.
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Riassunto
Non ci resta che crimine è un buon film di comico e d’azione italiano. Pur non essendo un capolavoro il lungometraggio riesce ad essere un godibile film di genere grazie ad una buona recitazione e un interessante soggetto.