
È giusto che un film come The Irishman debba essere visto su piccoli schermi seduti comodamente a casa o mentre si è in viaggio, invece che essere proiettato su un grande schermo nelle sale cinematografiche? Il fallimento del mancato Oscar per Martin Scorsese sarà forse la scelta di aver prodotto un film destinato alla piattaforma streaming Netflix? Negli ultimi anni sono molte le produzioni che si affidano a Netflix per rilasciare i film. Non sempre la piattaforma ha portato al successo salvo in alcuni casi come Roma di Alfonso Cuaron del 2018 che è riuscito a portarsi a casa ben 3 statuette agli Oscar tra cui quella come miglior film straniero e, Storia di un Matrimonio del 2019.
Il dibattito creatosi tra le persone pro e contro l’uscita di grandi film sulla piattaforma Netflix ha creato molte polemiche, soprattutto riguardo alla considerazione agli Oscar dei film pubblicati sulla piattaforma. Come riportato dal Wall Street Journal, questo è uno dei drammi più costosi degli ultimi anni. In totale, Netflix ha speso oltre 520 milioni di dollari per i suoi tre film più grandi fino ad oggi: The Irishman (tra i $173-200 milioni), il film d’azione Red Notice (quasi $200 milioni) con Dwayne Johnson, Ryan Reynolds e Gal Gadot, nonché Michael Bay ha diretto 6 Underground ($150 milioni), con Ryan Reynolds, Ben Hardy e Adria Arjona.
Netflix tende a spendere di più per i suoi film rispetto ai principali studi di Hollywood perché paga in prima linea i talenti, piuttosto che compensare attori e registi con una quota delle entrate al botteghino. Sebbene i migliori talenti siano garantiti più in anticipo con Netflix che con uno studio, ciò ha causato polemiche in quanto i guadagni sarebbero inferiori rispetto ad un ipotetico successo al botteghino. Basti pensare al recente Bird Box con a capo Sandra Bullock sia stato un grande successo con più di 80 milioni di visualizzazioni nel suo primo mese.
L’esperienza cinematografica non è eguagliabile da quella domestica
La domanda sorge spontanea: il leader dello streaming dovrebbe fare un nuovo passo ed entrare a far parte del mondo del cinema? L’idea di intrattenimento si sta evolvendo ma l’intrattenimento di Esperienza è e rimane il cinema e non una tv con un telecomando. Si prevede inoltre anche una perdita economica per Netflix dal momento che non inserendo annunci, le entrate provengano per la maggior parte dagli abbonati che, con l’uscita delle nuove piattaforme streaming come AppleTv+, Amazon Prime e Disney+, risultano essere già calati negli ultimi anni.
L’entrata di Netflix nel mondo del cinema non potrebbe che portare un gran vantaggio andando a costruire un forte concorrente cinematografico. Il vantaggio nasce dal cogliere L’esperienza che solo un cinema può offrire, fornendo ovviamente in un futuro ipotetico, oltre allo streaming, un pacchetto cinema nei loro cinema “ufficiali”; andando così ad aprirsi anche al campo delle pubblicità così da avere una fonte di entrate costante.
L’idea di un proprio marchio di cinema nascerebbe nel caso in cui Netflix voglia rimanere senza pubblicità e di conseguenza l’investimento sarebbe di cifre più consistenti, Netflix in ogni caso dovrà muoversi in fretta in quanto col passare degli anni si potrebbe andare incontro ad una mercificazione dello streaming e Netflix dovrà quindi trovare un modo per rimanere in cima. Per ricitare il film Roma, ricordiamo come questo sia stato distribuito nei cinema per tre settimane prima che Netflix lo rendesse disponibile online per i suoi abbonati. Netflix dovrà appunto spostarsi verso il mondo “offline” creando un’impronta di 24 ore al giorno, offline ci sono ancora miliardi di potenziali consumatori non sfruttati.
Un articolo del New York Times riportava che almeno due grandi catene cinematografiche trascorsero mesi a negoziare con Netflix sul rilascio di The Irishman, con una finestra di rilascio di 60 giorni. Netflix, ha affermato il Times, ha rifiutato di andare oltre i 45 giorni, probabilmente perché voleva avere il film sulla loro piattaforma di streaming durante le festività natalizie. Però c’è da pensare che se la finestra esclusiva di 60 giorni fosse stata veramente offerta da una grande catena cinematografica, Netflix si sarebbe rivelato uno sciocco ad averla rifiutata. Avrebbero potuto stabilire una nuova soglia della finestra dell’uscita cinematografica e, spostando la data di uscita di una settimana, avrebbero potuto iniziare lo streaming di Irishman il giorno di Natale, giusto in tempo per le vacanze.
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