Oggi, Paul Walker, avebbe compiuto 45 anni; vogliamo quindi ricordare tutte le star hollywoodiane che, come lui, sono scomparse troppo presto.  Spesso la vita da star di Hollywood può essere più difficile di quanto si pensi. Sono tanti infatti gli attori e le attrici che, nonostante talenti e successo smisurati, non trovano la felicità. D’altronde Jim Carrey, uno che di talento e successo se ne intende, ha detto in proposito:

Spero che tutti un giorno possano diventare ricchi e famosi, per capire che quella non è la risposta.

A riprova di ciò ci sono i tanti attori finiti nel vortice dell’alcol o della droga, pensiamo ad esempio all’ennesimo rehab a cui si è sottoposto Ben Affleck in questi giorni. Questo tipo di problemi ha portato molti talentuosi cineasti a perdersi, quando è andata bene, come Macaulay Culkin. Alcuni però non sono così fortunati, e invece di limitarsi a perdere la possibilità di fare carriera, perdono la vita, privando il pubblico delle emozioni che avrebbero potuto infondere. Ovviamente non esiste solo questo. A volte, semplicemente, è la sfortuna che si mette in mezzo. Nessun abuso di sostanze illegali, nessun suicidio, nessuna violenza. Solo una maledetta sfortuna. Come nel caso di Paul Walker, indimenticato protagonista della saga di Fast & Furious, che oggi avrebbe compiuto 45 anni.

Per celebrare la ricorrenza, ecco una lista di talenti hollywoodiani che, come lui, hanno perso la vita prematuramente.

Paul Walker

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Parliamo subito del giovane attore, diventato celebre appunto grazie alla saga con Vin Diesel, iniziata nel 2001. Il franchise, arrivato ormai alla ottava pellicola, si reggeva sulla sua relazione con l’attore statunitense. A riprova di ciò, nonostante la sua morte i produttori le hanno tentate tutte pur di girare le scene restanti e non rimuoverlo dal film.

Paul Walker perse la vita il 13 novembre del 2013, a seguito di un incidente automobilistico a Santa Clatrita (Los Angeles) sulla sua Prosche Carrera GT, che peraltro stava guidando un amico, a sua volta deceduto nell’impatto.

Molto toccante è stato il tributo di Vin Diesel, che intonò See You Again alla premiazione dei People’s Choice Award.

Heath Ledger

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In questa lista non poteva certo mancare una delle ferite più fresche di Hollywood: Heath Ledger, nato a Perth nel 1979, era infati uno dei più fulgidi talenti sfornati dal cinema mondiale. Celeberrime e acclamate da pubblico e critica le sue interpretazioni in I Segreti di Brokeback Mountain e, ovviamente, Il Cavaliere Oscuro.

Il suo Joker è stato infatti considerato il più maturo e realistico di sempre, uno dei più amati di sempre, scalzando anche interpretazioni di spessore come quella del suo predecessore, Jack Nicholson.

Il corpo senza vita di Ledger è stato ritrovato, nudo, il 22 gennaio 2008, nella sua camera d’albergo. Le indagini successive alla sua morte, e l’autopsia del corpo, portarono la polizia a scoprire che la morte fu dovuta ad “intossicazione da ossicodone, idrocodone, diazepam, temazepam, alprazolam e duxilamina”, tutti farmaci regolarmente prescritti.

Brandon Lee

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Figlio della star anni ’70 Bruce Lee, il giovane Brandon Lee riuscì ad emanciparsi dalla figura paterna grazie al film Il Corvo, diretto da Alex Proyas.

Non può piovere per sempre.

La pellicola fu per lui, allo stesso tempo, una gioia e una enorme sventura: fu proprio durante le riprese che morì a seguito di un colpo da arma da fuoco, partito da una pistola che doveva essere un semplice oggetto di scena, e invece fu erroneamente scambiata con una vera. Il colpo fu sparato dall’attore Michael Massee, che nella scena, nei panni di Funboy, doveva sparargli allo stomaco.

I soccorsi tardarono ad arrivare perché la troupe era convinta che Lee stesse ancora recitando, e quando si accorsero della tragedia era ormai troppo tardi. Per ironia della sorte, anche lui, come il suo Eric Draven, avrebbe dovuto sposarsi dopo le riprese del film.

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Philip Seymour Hoffman

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Nel novero degli attori uccisi dai propri personali demoni si inserisce perfettamente Philip Seymour Hoffman. Il premio Oscar per Truman Capote, protagonista poi di altre pellicole importanti come L’Arte di VincereHunger Games, è infatti morto di overdose. Il corpo è stato ritrovato il 2 febbraio 2014 nel suo appartamento di New York, a Manhattan. La probabile causa di morte fu appunto un’overdose di speedball, un mix di eroina, cocaina e benzodiazepine. Secondo alcune indiscrezioni non confermate, l’attore sarebbe stato ritrovato con il laccio omostatico al braccio e la siringa ancora inserita.

River Phoenix

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River Phoenix, all’anagrafe River Jude Bottom, è stato forse uno degli attori più promettenti della cosiddetta Generazione X. Il giovane partecipò infatti a pellicole celebri come Stand By Me e Vivere in Fuga. Quest’ultima lo portò addirittura alla candidatura agli Oscar, a soli diciannove anni.

Oltre a ciò, vinse una Coppa Volpi al Festival del Cinema di Venezia e un Independent Spirit Award. La sua morte avvenì la notte di Halloween del 1993, anch’essa a causa di un’overdose di speedball, a soli 25 anni.

Robin Williams

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“Troppo presto” forse è eccessivo da dire, per un attore morto a 63 anni, ma la sensazione che Robin Williams avesse ancora qualcosa da dare, a quattro anni dalla sua morte, è ancora viva.

L’indimenticabile e poliedrico attore, protagonista di film come Mrs. Doubtfire e Good Morning Vietnam, è stato certamente uno dei più amati di sempre. Capace di spazziare da ruoli in commedie e affini ad altri più impegnati (Il Tempo delle Mele), la critica negli ultimi tempi aveva iniziato però a fargli mancare il proprio appoggio, portandolo a sprofondare nella depressione.

Nell’agosto del 2014, a seguito della diagnosi di una malattia neurodegenerativa, venne rinvenuto il suo corpo senza vita. Si impiccò con una cintura, fissata alla maniglia della porta della sua camera da letto.

John Belushi

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I miei personaggi dicono che va bene essere incasinati. La gente non deve necessariamente essere perfetta. Non deve essere intelligentissima.

Non deve seguire le regole. Può divertirsi. La maggior parte dei film di oggi fa sentire la gente inadeguata. Io no.

Si presentava così John Belushi, attore e cantante statunitense di origini albanesi, fratello maggiore di Jim Belushi (La Vita Secondo Jim). Venne considerato uno dei migliori comici di sempre, nonostante la sua ristretta filmografia (girò soltanto 8 film). Le sue pellicole più celebri furono Animal House e, ovviamente, The Blues Brothers. Belushi morì a 33 anni a seguito di un’intossicazione da speedball.

Patrick Swayze

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Uno dei divi più famosi degli anni ’80, Patrick Swayze vanta una filmografia di tutto rispetto, da Dirty Dancing a Ghost, fino a Black Dog e Donnie Darko. Il suo ultimo film fu Powder Blue, in cui recitò al fianco di Jessica Biel e del Premio Oscar Forest Whitaker. La sua prematura scomparsa, all’età di 57 anni, fu dovuta ad un cancro al pancreas diagnosticato nel 2008. Scomparve un anno dopo.

James Dean

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Icona di bellezza e stile degli anni ’40 e ’50, James Dean fu un divo molto particolare. La sua fama si riassume infatti in soli tre film, gli unici di cui è protagonista. Il più celebre fu Gioventù Bruciata, che lo rese famoso in tutto il mondo. Celebre fu anche la sua filosofia di vita, basata sul carpe diem, che gli fece guadagnare la fama di bello e dannato. Morì a soli 24 anni in uno sfortunato incidente stradale.

Marilyn Monroe

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Attrice, cantante, modella, produttrice cinematografica. Questo e molto altro è stata Marilyn Monroe, l’incarnazione della diva emancipata e di successo. Forse la sua definizione più adatta è quella di femme fatale, donna del mistero imprevedibile e irresistibilmente affascinante. Il suo carisma ha attraversato i decenni, anche e soprattutto grazie all’alone di mistero che avvolge la sua vita, e così la sua morte.

Alcune fonti parlarono addirittura di una relazione segreta col Presidente degli Stati Uniti John F. Kennedy, sempre smentita dalle fonti ufficiali. Le cause del suo decesso rimangono tutt’ora oscure, sebbene la morte sia classificata come “probabile suicidio” dovuto a overdose di barbiturici. Alcuni ipotizzarono persino che i fratelli Kennedy avessero voluto metterla a tacere a causa della sua intenzione di rivelare la natura della loro relazione.

Sharon Tate

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Esistono storie in cui la realtà trascende paurosamente la fantasia. Senza dubbio è il caso della tragica fine di Sharon Tate, talento cristallino del cinema hollywoodiano anni ’60. La fama della giovane attrice crebbe in fretta, e dopo alcuni piccoli ruoli televisivi passò al cinema. Qui fu protagonista di film come Castelli di Sabbia e Cerimonia per un Delitto, che la posero all’attenzione della critica mondiale. Fece la sua fortuna anche la successiva relazione con il regista Roman Polanski, con cui si sposò nel 1968. Fu proprio nella casa del regista che la Tate venne uccisa dai seguaci di Charles Manson, l’anno successivo, insieme a quattro amici.

A questa vicenda sarà ispirato il prossimo film di Quentin Tarantino, intitolato Once Upon a Time in Hollywood. Sharon Tate verrà interpretata da Margot Robbie.

Judy Garland

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Attrice, cantante e ballerina  statunitense, Judy Garland era dotata di una voce molto profonda e intensa, oltre che di una presenza scenica notevole. Vinse l’Oscar giovanile nel 1940, all’età di diciotto anni. Altre due nomination arrivarono nel 1955 (E’ Nata Una Stella) e nel 1962 (Vincitori e Vinti). Sempre nel ’55 vinse anche un Golden Globe. Morì a soli 47 anni a seguito di una erronea assunzione di barbiturici.

Jean Harlow

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Jean Harlow, pseudonimo di Harlean Carpenter, fu una delle più importanti sex symbol degli anni Trenta. La giovane attrice venne presto notata per la sua presenza seducente e affascinante, tanto da essere inserita in alcune gag di Stanlio e Ollio. Nonostante fosse alla ricerca di una vita tranquilla e volesse formare una famiglia, venne travolta dal successo nei primi anni ’30, grazie a film come Gli Angeli dell’Inferno e Nemico Pubblico.

La morte fu causata da una infezione ai reni, secondo alcuni causata dalle percosse del marito Paul Bern, nel giugno del ’37. Si dice che la madre, fervente seguace della chiesa scientista, avesse impedito le tempestive cure di cui aveva bisogno la donna.

Natalie Wood

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Nata a San Francisco, l’emigrante ucraina Natal’ja Nikolaevna Zacharenko, conosciuta come Natalie Wood, fu una delle attrici più interessanti della sua generazione. Oltre alla evidente bellezza, la giovane mostrava grandi capacità interpretative, specialmente nel ruolo di giovani donne inquiete e intense, soffocate dalle convenzioni sociali.

Morì nel 1981 in circostanze misteriose, annegata al largo dell’Oceano Pacifico su un gommone del suo panfilo, in compagnia del marito Wagner e dell’amico Christopher Walken. Le circostanze del decesso rimangono sconosciute e indeterminate, sebbene le testimonianze di Wagner e Walken coincidano. Il caso è stato riaperto per ben due volte, ma la polizia non ha trovato elementi sufficienti a trarre conclusioni definitive.

Montgomery Clift

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Attore carismatico e molto apprezzato a Broadway, Montgomery Clift entrò a Hollywood con una certa riluttanza, avendo sempre preferito l’ambiente teatrale a quello cinematografico. Il successo arrivò con l’interpretazione in Un Posto al Sole, che gli valse una nomination agli Oscar. Lavorò anche con Vittorio De Sica in Stazione Termini del 1953.

Nel ’56 ebbe un brutto incidente che lo sfigurò, minandone bellezza ed espressività. Questo, unito alla dipendenza da alcool e una forte depressione, legata alle difficoltà nell’accettazione della propria omosessualità, resero la sua vita tanto difficile da essere definita “il suicidio più lungo di Hollywood”.

Morì nel ’66 di un attacco cardiaco, a 45 anni. Con lui se ne andò il vero capostipite della generazione dei ribelli, che annoverava anche Marlon Brando e James Dean, capaci di interpretare le difficoltà esistenziali dei giovani del Dopoguerra.

Dorothy Dandridge

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Prima attrice afroamericana a ricevere una nomination agli Oscar, Dorothy Dandridge è una figura a cui il cinema deve davvero tanto, soprattutto in termini di accettazione delle diversità e del riconoscimento dei diritti delle persone afroamericane. Fu infatti grazie a lei se le attrici di colore iniziarono ad essere considerate per ruoli di maggiore spicco. Partecipò a film importanti come Carmen Jones e Tarzan sul Sentiero di Guerra, prima della prematura scomparsa nel 1965.

Le cause della morte non furono chiare. Alcuni dissero che la morte fu causata da ingestione accidentale di una dose eccessiva di antidepressivi, altri da una rara embolia.

Carl Switzer

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Noto come uno dei primi e più famosi attori bambino, Carl Switzer interpretò Alfa alfa nella saga cinematografica Our Gang. La sua carriera fu piuttosto breve: si ritirò a vita privata nel 1954, e diventò una guida forestale. Morì a 31 anni a seguito di un litigio, nato per un debito di soli 50 dollari.

Jayne Mansfield

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Grande rivale di Marilyn Monroe, Jayne Mansfield non ebbe la sua stessa fortuna. La showgirl, nata Vera Jayne Palmer, venne considerata a lungo un sex symbol ai livelli della Monroe, ma la sua fama fu più breve. Non riuscì mai, infatti, a sfondare del tutto a Hollywood, finendo per recitare in film indipendenti a basso costo e trasferirsi in Europa in cerca di ulteriore successo. Anche nel vecchio continente, però, dovette accontentarsi di piccole parti in commedie di scarsa popolarità ed esibizioni in night club. Morì nel 1967 in un tragico incidente stradale.

George Reeves

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George Reeves fu una delle prime figure di spicco dell’industria cinematografica statunitense, a cavallo tra gli anni ’30 e ’50. Partecipò in ruoli secondari e pellicole come Via col Vento e Sansone e Dalila, e divenne celebre come primo Superman, dapprima in film per il cinema di scarso successo, e poi con lo show televisivo Adventures of Superman.

Morì suicida nel 1959, a causa, probabilmente, del fatto che la sua fama stava velocemente scemando. In un film del 2006 incentrato sulla sua morte, Hollywoodland, il ruolo di Reeves venne interpretato da Ben Affleck.

Lon Chaney

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Noto come L’Uomo dai Mille Volti, Lon Chaney fu uno dei migliori caratteristi di Hollywood negli anni ’20. Viene principalmente ricordato per la sua partecipazione a film dell’orrore, sebbene nella sua filmografia ve ne siano solamente una decina, delle 160 totali. Tra i suoi film più importanti Il Gobbo di Notre Dame e L’Uomo del Miracolo. Morì a 47 anni di cancro alla gola.

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