Ci avviciniamo alla fine dell’anno ed è tempo di fare propositi, supposizioni, riflessioni e soprattutto di tirare le somme di quello che è successo durante quest’anno cinematografico, stilando una lista dei film peggiori del 2018, che hanno rovinato le serate e i pomeriggi di molti spettatori. Dopotutto, ogni cosa bella deve essere equilibrata da una cosa brutta. Il 2018 ha visto una moltitudine di film di ogni genere e sotto-genere. Alcuni hanno incontrato l’applauso della critica, alcuni hanno spaccato il record al box-office e altri sono stati universalmente amati dall’audience. Ma ci sono anche tutti gli altri, i flop, quelli che sono proprio stati schifati e sono caduti in disgrazia.

Il giustiziere della notte – Death Wish

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Dopo che degli intrusi hanno attaccato sua moglie e sua figlia, il dottor Paul Kersey inizia a ossessionarsi con l’idea di un giustiziere che punisca i colpevoli. Ma, mentre gli anonimi omicidi diventano soggetto dei media, il pubblico è indeciso se vedere questi assassinii come opera di un angelo custode o come qualcosa di più macabro.

L’audience si è divisa tra lo stare dalla parte di Death Wish, a molti la violenza e l’azione piacciono dopotutto, mentre altri pensano che il film renda affascinante il crimine che vede i fucili come unica soluzione ai problemi della vita – cosa che ha di fatto reso la pellicola uno dei film peggiori del 2018. Di conseguenza, la ricezione contraddittoria di Death Wish si è riflessa anche nei guadagni. Il problema più grande del film è che non si capisce quale sia il suo messaggio. Il regista Eli Roth non vede il film come “pro armi da fuoco” eppure sembra quasi che sia stato sponsorizzato dalla NRA. Ci dispiace per Paul, ma è un personaggio con cui è difficile sentirsi legati.

Cinquanta sfumature di rosso

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Nella terza e ultima parte della trilogia di Cinquanta sfumature, Anastasia e Christian stanno finalmente abbracciando la loro vita lussuosa come coppia sposata. Ma la loro felicità viene presto minacciata da degli eventi sinistri. Qualcuno vuole che la coppia rimanga ferita, ma possono Christian e Anastasia trovare i colpevoli prima che il tempo scada?

È piuttosto divertente e alquanto ironico che un film basato su un romanzo erotico possa essere così non-eccitante. Eppure Cinquanta sfumature di rosso ci riesce alla grande, divenendo di fatto uno dei film peggiori del 2018. Tutto ciò che succede in questo film è piuttosto sciocco e stupido, e devi davvero mettere da parte il cervello mentre lo guardi. Al che pensi che forse a compensare saranno le presunte scene di sesso, ma tutto ciò a cui si limita Cinquanta sfumature di rosso (una serie di libri basata moltissimo sul BDSM, ricordiamolo) è un po’ di sesso in un parcheggio e sul tavolo della cucina. Scioccante davvero. Però pazienza, perché se questo film ha avuto una terribile scrittura e una chimica inesistente tra gli attori, è stato comunque un successo al box office guadagnando 371 milioni di dollari. Uno dei film peggiori dell’anno ma comunque popolare nell’audience.

Slender Man

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Spostandoci sugli horror, o presunti tali, ecco Slender Man, dove un gruppo di amiche di una piccola cittadina decide di fare uno stupido gioco online per provare a evocare una terrificante, alta e magra creatura conosciuta come Slender Man. Ma quando una delle amiche scompare due settimane dopo, le altre scoprono che la leggenda di Slender Man è più di una semplice superstizione.

L’annuncio della realizzazione di questo film è stato accolto con emozione proprio perché è basato su una leggenda urbana piuttosto popolare. Aveva il potenziale per essere un must tra gli horror del 2018. Ma quando si è capito che l’unica cosa ad essere spaventosa di questo film è il suo essere pessimo, è stata più che una delusione. Pieno di trope e personaggi facilmente dimenticabili, la critica e l’audience sono rimasti indifferenti a Slender Man, divenuto immediatamente uno dei film peggiori del 2018. Il film ha guadagnato 51.7 milioni ed è stato etichettato come fallimento al box office. Ha anche causato controversie sul suo rilascio dato che molti lo hanno giudicato sgradevole e che speculava su una tragedia. Elementi che ne hanno bocciato in partenza l’idea di un sequel.

Mute

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In una futura Berlino, Leo – incapace di parlare a causa di un incidente capitatogli quando era bambino – è alla ricerca della sua ragazza scomparsa. Mentre dà la caccia alle motivazioni dietro la sua sparizione, si ritrova invischiato con alcuni personaggi tutt’altro che affidabili che popolano la città.

Mute ha fatto il suo debutto su Netflix, descritto come un sequel spirituale del film Moon di Duncan Jones del 2009 e quindi l’audience aveva sperato in un altro film fantascientifico e intelligente. Tuttavia, Mute si è rivelato essere un lavoro piuttosto indulgente da parte di Jones, che ha realizzato uno dei film peggiori del 2018.

Questo film soffre di tantissimi problemi. Innanzitutto la caratterizzazione dei personaggi è piuttosto debole, la sceneggiatura è insignificante, la produzione varia tra l’apparire qualcosa da cento milioni di budget a cento mila, è troppo lungo, ha troppe sottotrame che non si incontrano mai; sembra quasi di guardare due film che sono stati messi insieme, il tono è tutto un guazzabuglio, il personaggio principale non ha assolutamente alcun motivo per essere muto – non aggiunge niente al film e fa apparire Alexander Skarsgard come un pessimo attore. E forse quello che al pubblico è piaciuto meno è stata la sottotrama pedofila che, non solo era del tutto inutile, ma è stata gestita piuttosto male.

Obbligo o verità

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Mentre si trovavano in un viaggio di gruppo in Messico, Olivia e i suoi amici intentano nel gioco apparentemente pericoloso di obbligo o verità con uno sconosciuto misterioso. Presto diventa chiaro che il gioco ha liberato qualcosa di innaturalmente malvagio – un demone che costringe gli amici a confessare tutti i loro più profondi segreti e a obbedire alle regole del gioco – ovvero dire la verità oppure morire, completare l’obbligo o morire.

Obbligo o verità ha avuto grosse aspettative. Un film basato su un gioco con cui siamo tutti familiari per poi dargli un plot twist horror – sembrava davvero grandioso. E invece no. Certo, è un puro teen horror e questo può essergli perdonato ma ciò non significa che i teen horror non possano essere anche intelligenti e con personaggi intriganti. Tuttavia la pellicola fallisce in questo e diventa uno dei film peggiori del 2018. I personaggi sono vacui e fastidiosi, e le performance scialbe e generiche. Il malvagio non viene mai spiegato chiaramente; la manipolazione digitale dei volti dei personaggi comunque riesce a instillare la paura – almeno fino a un certo punto – ma questo è l’unico punto forte del film. Per il resto Obbligo o Verità è uno spreco di tempo. Nonostante questa ricezione critica, però, il film è andato bene al box office, guadagnando più di 94 milioni di dollari contro un budget di 3.5 milioni. Questo ha dato via ai rumor su un possibile sequel.

Hunter Killer – Caccia negli abissi

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Nel profondo Oceano Antartico, il Capitano Joe Glass del sottomarino statunitense è alla ricerca di un sottomarino che ha mandato un segnale di emergenza, quando però si imbatte in un golpe russo segreto che minaccia di distruggere l’ordine mondiale. Decide di mettere insieme alcuni membri della marina militare perché lo aiutino a salvare il presidente russo.

È ormai una tradizione essere in trepidante attesa di qualsiasi film in cui ci sia Gerard Butler, ma sfortunatamente non è il caso di questo film. Butler interpreta il Capitan Joe Glass e la prima cosa che l’audience dovrebbe sapere è che Glass è un anticonformista; eccetto che però non è così spaventoso come il film ha inizialmente voluto farci credere. Ma fosse solo questo il problema. I personaggi sono troppo generici e anche i veterani come Gary Oldman – che dopo il suo sudatissimo Oscar si ritrova impantanato in uno dei film peggiori del 2018 – vengono ridotti a urlare dialoghi senza alcuna ispirazione. La trama è scialba e improbabile e sembra che il film duri il doppio di quello che dura. Insomma, bisogna mettercela tutta per arrivare alla fine.

Red Zone – 22 miglia di fuoco

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Incaricati di trasportare dei beni per i servizi segreti stranieri per 22 miglia da un’ambasciata americana al sud-est dell’Asia fino a un aerodromo per l’estradizione, l’operativo della CIA James Silva e il suo team si ritrovano in una gara mortale contro il tempo.

Mark Wahlberg non è estraneo alle collaborazioni con il regista Peter Berg, ma mentre le loro precedenti forze hanno avuto variabili gradi di successo, Red Zone non può dire lo stesso. Mark Wahlberg interpreta James Silva, un personaggio tutt’altro che incantevole e piacevole che soffre di problemi di rabbia e abbaia contro i suoi colleghi per tutta la durata del film.Questo potrebbe anche essere sopportabile se il resto del film fosse buono, ma quello che inizia promettendo di esser un bel action thriller finisce per trasformarsi in un generico e meccanico film che primariamente serve da veicolo di vanagloria per Wahlberg – che si impantana così in uno dei film peggiori del 2018.

A parte questo, anche se decidete di cimentarvi in un film senza scopi, preparatevi ad un lavoro di camera tremolante e l’editing fatto alla buona. Red Zone doveva essere dinamico e dare l’impressione che i 22 miglia non siano mai stati una distanza così lunga – almeno non nel modo che speravamo.

Show Dogs – Entriamo in scena

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Il cane poliziotto Max stava andando alla grande finché non ha fallito nel salvare un cucciolo di panda, fatto che lo ha costretto a unire le forze con l’agente dell’FBI umano, Frank. Anche se entrambi sono infelici col rispettivo partner, una dritta porta Frank e Max allo show di cani più esclusivo di Las Vegas dove sperano di trovare il cucciolo di panda e sventare un tentativo di rapimento.

Non ci dispiace l’idea di un film di cani parlanti; dopotutto, cosa c’è di meglio del vedere il migliore amico dell’uomo venire animato con caratteristiche umane? Sopratutto nella versione di un saggio e fantastico cane poliziotto. Solo che Show Dogs si è trasformato nel film di un cane parlante di cui nessuno aveva bisogno e che nessuno voleva, entrando a pieno titolo nella lista dei film peggiori del 2018. Il film ha avuto un successo moderato al box office, guadagnando 39 milioni contro i 5.5 milioni di budget ma ha ricevuto tante recensioni negative sia dalla critica che dall’audience. I problemi maggiori sono i deboli tentativi di fare umorismo che falliscono ogni volta. I personaggi, la scrittura e la storia sono deboli, il che lo rende una esperienza cinematografica povera. Forse l’intenzione dei produttori era indirizzarlo ai bambini ma anche loro potrebbero fare fatica a vederlo.

Come ti divento bella

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Renee Barratt soffre di insicurezza e bassa autostima. Questi sentimenti cambiano drammaticamente quando un giorno Renee si sveglia convinta improvvisamente di essere la donna più bella e capace del pianeta. La commedia di Amy Schumer ha promesso molto quando il trailer ha fatto il suo debutto – facendoci prevedere un film body-positive e ispirante che tutti abbiamo atteso. Purtroppo non è così. Come ti divento bella potrebbe anche aver guadagnato 94 milioni al box office ma non è stato altrettanto fortunato con la critica e l’audience.

Ci sono troppi problemi in questo film – forse la meno fortunata commedia dei film peggiori del 2018 – a cominciare dal fatto che non è particolarmente divertente. Il problema più grande però sta nella premessa e come questa premessa è stata eseguita. Prima di tutto, il film categorizza le persone in maniera ridicola. Abbiamo dei personaggi che entrano tutti nelle taglie perfette e al di sotto di una vita perfetta ma ci vengono mostrati come non necessariamente gentili o brillanti. E poi ci sono tutti gli altri. Renee e le sue amiche sono “non attraenti” perché non si trovano al di sotto di una certa taglia e quindi vengono considerate invisibili al sesso opposto e delle perdenti. E per aggiungere altra brace al fuoco, il film vede Renee e le sue amiche organizzare appuntamenti tramite le applicazioni solo per enfatizzare il fatto che nessuno sia interessato a loro. L’assistente alle vendite non riesce a nascondere il disgusto su quanto Renee sia brutta e grassa e addirittura i bambini piangono in sua presenza.

Non dimentichiamoci il fatto che Renee lavora in una cantina – troppo brutta per permetterle di lavorare dove tutti la possono vedere. Poi le capita un incidente e la sua autostima e la sua sicurezza crescono a dismisura. Si suppone che tutti sogghignino su quanto sia divertente il fatto che Renee pensi di essere valida ora – sembra quasi che gli autori vogliano dirci che è divertente il fatto che una donna sovrappeso se ne vada in giro pieno di confidenza. E non dimentichiamoci la ferita alla testa – non è divertente anche quello? Quindi il messaggio del film si perde completamente nel suo strano tentativo di dare forza a gran parte delle donne. Fa l’opposto e fallisce su tutti i livelli.

Gotti – il primo padrino

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Il giovane John Gotti viene cresciuto tra le strade di New York prima di diventare membro della famiglia criminale Gambino. Gotti – Il primo padrino segue la vita tumultuosa di Gotti su tre decadi, su come lui e sua moglie tentano di tenere unita la famiglia nei tempi duri, nelle tragedie e nelle sentenze di galera.

Non è ingiusto descrivere questo dramma sulla mafia come orribile. Gotti è talmente brutto che si distingue per essere uno dei pochi film che ha ottenuto lo 0% su Rotten Tomateos – essendo a tutti gli effetti il primo dei film peggiori del 2018. Dai dialoghi borbottati alle scene poco illuminate, dal tempo che scorre in modo poco chiaro alle pessime parrucche – Gotti non ha alcuna qualità che lo possa redimere. Non diremo nulla sulla colonna sonora di Pitbull. Il film è stato abbattuto sia dalla critica che dal pubblico. Anche al box office ha fatto una figuraccia, con solo 4.3 milioni di dollari contro i 10 milioni di budget speso. Gotti è stato talmente martellato dalla stampa che lo studio dietro il film è stato sospettato di aver manomesso i valori dell’audience e delle review in modo da aumentare il rating della pellicola, che ha coronato il suo ingresso nella storia come il più grande dei film peggiori del 2018.

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