Per molti anni, il folk horror, uno dei numerosissimi sotto-generi dei film di paura sul grande schermo, non ha offerto niente di nuovo al suo pubblico. Tuttavia, due recenti gemme hanno risvegliato l’interesse dei fan e hanno contribuito a far parlare nuovamente del folk horror. Nel 2016, The VVitch di Robert Eggers si è imposto come uno dei film più interessanti del panorama cinematografico horror del post 11 Settembre. Il film del regista di The Lighthouse faceva i conti con la stregoneria, con i traumi e gli spettri del passato statunitense e con un’ambientazione che definire inquietante è dir poco. Folklore, religiosità cristiana, tradizioni pagane, antichi rituali, sessualità, paura del genere femminile ed altre influenze “demoniache” contaminavano The VVitch. La distribuzione di Midsommar – Il Villaggio dei Dannati grazie ad Eagle Pictures ha dato ufficialmente il via al revival del folk horror. Diamo un’occhiata ai 10 migliori titoli di questo sotto-genere. E, attenzione, leggete l’articolo con la luce accesa!
La tana del serpente bianco (Ken Russell)
Questo film spensierato del regista Ken Russell viene spesso dimenticato quando si parla di folk horror. Eppure, tenerlo fuori dalla lista sarebbe un grave errore. Basato sul romanzo del 1911 di Bram Stoker e sull’inquietante leggenda inglese del Verme di Lambton, il film di fine anni ’80 racconta la storia di Even Trent e della sorella Mary. Insieme all’amichevole archeologo Angus Flint, le due trovano nella loro fattoria il teschio di un serpente gigante. Angus deduce che questo strano manufatto dev’essere appartenuto ad una qualche bestia mitica. Con il procedere del film, i personaggi verranno a conoscenza del fatto che l’uccisore della belva, Lord D’Ampton, è ancora vivo e molto arrabbiato. Questa stranissima combinazione di sesso, black humor e folk horror dev’essere assolutamente vista!
The devil rides out (Terence Fisher)
Basato sul romanzo scritto nel 1934 da Dennis Wheatley, The devil rides out è stato diretto da Terence Fisher, scritto da Richard Matheson per Hammer Films e racconta la storia del Duca di Richleau (interpretato da Christopher Lee) intento a superare in furbizia una setta dell’occulto, intenta a evocare il Demonio. Il film è considerato come uno dei più spaventosi prodotti dalla Hammer ed è stato distribuito lo stesso anno di Rosemary’s Baby di Roman Polanski. Ciò nonostante, le differenze tra i due lungometraggi sono molte. Il film di Fisher, infatti, è più collegato al versante folk dell’horror, ha forti tinte melodrammatiche ed è realizzato in scala molto più ridotta. The devil rides out costruisce una serie di personaggi creepy e freak e possiede alcune sequenze da far venire la pelle d’oca.
Apostolo (Gareth Evans)
Gareth Evans ha dimostrato il suo temperamento nel genere action in The Raid e in The Raid 2 e ha debuttato nel genere horror in un segmento di V/H/S/2. Con Apostolo, Evans ha realizzato il suo miglior film finora. Ambientato nel 1905, Apostolo racconta la storia del disperato Thomas Richardson, alla ricerca della sorella scomparsa, probabilmente rapita da alcuni satanisti. Le ricerche di Thomas lo porteranno su una remota isola del Galles, dove alcuni adepti venerano una forza oscura e misteriosa. Il regista ha anche scritto il film ed è stato in grado di costruire un’atmosfera malsana e sinistra. Con lo sviluppo del racconto, lo spettatore si perderà dentro i meandri della cosmologia di Apostolo, in grado di assorbire completamente nel proprio mondo.
La pelle di Satana (Piers Haggard)
Un’isolata cittadina nella puritana Inghilterra del Settecento è l’ambientazione del cult horror diretto da Piers Haggard. Si tratta di La pelle di Satana, un dramma sull’occulto considerato come uno dei primi successi nell’ambito del folk horror. Un corpo misterioso, deformato e mutilato, viene ritrovato da un contadino zotico. Breve tempo dopo, i giovani del luogo iniziano a comportarsi in modo alquanto strano e singolare. A guidare il gruppo di teenager è Angel Blake, che convince il gruppo che il corpo è stato sottoposto ad un rituale satanico. Anche altri abitanti del luogo si lasciano prendere dalla paranoia e sono soggetti ad una serie di stranissimi cambiamenti miracolosi. All’epoca della release, il film è stato un flop. Tuttavia, nel corso degli anni, si è affermato come un cult ed è entrato a far parte della trinità sconsacrata di classici inglesi dell’horror, insieme a The Wicker Man e a Il grande inquisitore.
The VVitch (Robert Eggers)
Con un tempismo perfetto che lo colloca nell’epoca della rinascita del genere horror, The VVitch di Robert Eggers è l’erede spirituale de L’esorcista di William Friedkin. Il regista ha ambientato il suo film nell’Inghilterra del 17esimo secolo. La protagonista di The VVitch è Thomasin, una ragazza che vive con i suoi genitori in una fattoria fuori dai confini della città. La precedente comunità vedeva la sua famiglia di cattivo occhio e, per questo motivo, li ha ostracizzati dalla città e li ha spinti a vivere ai margini del bosco. Quando il fratellino di Thomasin viene rapito, la famiglia entra in una spirale di paura e di paranoia. Tutti i loro timori ancestrali sembrano risvegliarsi. Il gruppo inizia a credere che Black Phillip, il caprone, parla con i due gemelli più piccoli e che una strega si aggiri nella loro proprietà. Man mano, lo spettatore è immerso in un contesto sempre più oscuro e claustrofobico. Il film costruisce uno straordinario climax sulla sessualità femminile, sulla repressione, sulla religione e sulle paure ancestrali. Da non perdere!
Midsommar (Ari Aster)
Nel suo precedente film, Ari Aster aveva preso in considerazione i rapporti familiari. Hereditary ha ottenuto eccellenti consensi e ha fatto conoscere il nome di Aster al grande pubblico. Tra una settimana, il suo secondo film, Midsommar, uscirà al cinema. Si tratta di un folk horror ambientato nelle lande svedesi, in cui l’estetica e l’elaborazione dell’immagine contribuisce a creare un’atmosfera di terrore davvero unica. Florence Pugh interpreta Dani, una ragazza americana che subisce una devastante perdita e che non è più amata dal suo fidanzato, Christian. Il ragazzo e i suoi amici decidono di andare in vacanza studio in un remoto villaggio svedese per compiere alcune ricerche universitarie relative agli usi e costumi della comunità. Il trip allucinato risente delle influenze di The Wicker Man e di I diavoli di Ken Russell.
I disertori – A field in England (Ben Wheatley)
A confondere ulteriormente i confini tra sogno e realtà è il quarto film di Ben Wheatley, l’incomparabile I disertori – A field in England. Una commedia nera in costume camuffata sotto le mentite spoglie del set di un film horror arthouse ambientato nell’Inghilterra del 17esimo secolo. Il film racconta la storia di Whitehead, che si nasconde da un alchimista demoniaco di nome O’Neill, nel bel mezzo della sanguinosa Guerra Civile Inglese. Accompagnato da tre disertori, Whitehead inizierà presto a lavorare per O’Neill. La direttrice della fotografia ha scelto di prediligere i primi piani monocromatici per rappresentare questa messa in scena pastorale che sfocia presto nel grand-guignol. Il film è uno straordinario loop che somiglia ad un nastro di Mobius in grado di abbracciare ambiguità morale ed atmosfere sinistre.
The Wicker Man (Robin Hardy)
The Wicker Man di Robin Hardy è un mix immaginativo di detective story, film horror, folk musical e leggende pagane. Scritto da Anthony Shaffer e tratto dal romanzo pubblicato da David Pinner nel 1967, questo film inglese ha influenzato generazioni di cineasti a tal punto da essere definito il Quarto Potere dei film horror. Sgt. Howie è un severo poliziotto scozzese che sta investigando sulla scomparsa di una giovane ragazza a Summerisle, una remota isoletta in cui la salute mentale va a farsi fottere. Lord Summerisle è interpretato da Christopher Lee ma tutto il cast è di prim’ordine e ha contribuito in modo decisivo al successo del film. In occasione dell’uscita di Midsommar, vi raccomandiamo la visione di The Wicker Man.
Kwaidan (Masaki Kobayashi)
Questa antologia di racconti horror è basata sulle storie di fantasmi giapponesi ed è divisa in quattro parti. Il film è diretto da Masaki Kobayashi ed è una trasposizione dei racconti folk di Lafcadio Hearn. Roger Ebert ha definito Kwaidan come un assemblage di storie di fantasmi e, probabilmente, come il miglior film di tutti i tempi, quasi impossibile da dimenticare. Girato in uno studio enorme dotato di notevoli aspetti teatrali, Kwaidan è un film molto elegante e particolarmente attento alla cura formale, alla messa in scena e al suond design. Un episodio racconta la storia di un samurai povero che si sposa per convenienza; un cantante cieco costretto ad esibirsi per un pubblico di fantasmi è il protagonista del secondo episodio. Kwaidan è un film viscerale ed estremamente pittorico nonchè uno dei più clamorosi trip mentali mai realizzati.
Il grande inquisitore (Michael Reeves)
Il film di Michael Reeves non è soltanto il più grande folk horror mai realizzato ma può servire anche come introduzione alla straordinaria carriera di Vincent Price, la cui carriera è sempre stata strettamente connessa al genere horror. Incredibilmente violento ed ambientato in una squallida Inghilterra, Il grande inquisitore è anche il settimo nonchè ultimo film del regista, deceduto prematuramente all’età di 25 anni. Il lungometraggio racconta la storia di Matthew Hopkins, cacciatore di streghe misogino che terrorizza la campagna inglese. All’epoca, la pellicola terrorizzò la censura. Oggi, è un film che ogni fan del genere deve assolutamente vedere, anche solo per scoprire una perla assoluta del folk horror.