Quando Disney annunciò che i Simpson sarebbero entrati a far parte di Disney+, i fan della serie furono estasiati, pronti a godersi i loro episodi preferiti della famiglia più famosa d’America. Purtroppo però, Disney ha incasinato tutto, modificando il format e le proporzioni su schermo,  rovinando così alcune delle gag visive presenti nelle stagioni di Homer e compagnia.

La piattaforma streaming della major ha attaccato il mercato grazie a un sacco di titoli pronti per il lancio, oltre a film e programmi tv ereditati dal pacchetto Fox, tra i quali, appunto, i Simpson. Il rapporto degli abitanti di Springfield con internet, finora, è sempre stato peraltro piuttosto complicato, e la serie è stata disponibile sul web solo attraverso FXNOW, per un paio d’anni. La app venne accolta da svariate critiche, a causa dell’errata riproduzione grafica, che tagliava alcune parti in alto e in basso e allungava goffamente alcune aree. Il servizio venne poi migliorato, permettendo ai fruitori di vedere i Simpson nell’originale formato 4:3. Ora il serial ha ufficialmente cambiato casa, portandosi dietro lo stesso problema di proporzioni. Ciò, principalmente, a causa dell’utilizzo da parte di Disney+ del format 16:9

Questo problema potrebbe anche essere considerato di poco conto, non fosse che i Simpson basano moltissime delle loro gag su effetti visivi, che vengono dunque perduti nel momento in cui le proporzioni vengono indebitamente modificate. Specialmente se quel lavoro di ridefinizione viene fatto senza la giusta attenzione. Disney+, ad ogni modo, è già corsa ai ripari, replicando alle proteste degli utenti annunciando che la serie sarà disponibile nel suo formato originale… nel 2020. Sebbene alcune battute si salvino, altre sono già state rovinate irrimediabilmente dai superficiali tagli del network. Ecco i principali, segnalati dai fan.

Duff, Duff leggera, Duff secca

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Nell’episodio Niente birra per Homer (Duffless in originale) della stagione 4, Homer si assenta dal lavoro per accompagnare Barney in un tour al celeberrimo birrificio Duff. Arrivati sul posto, la guida turistica mostra loro tre differenti container di birra Duff, contenenti rispettivamente la tradizionale birra Duff, la Duff versione light e quella secca. La versione Disney+ taglia la scena nella parte alta, facendo perdere il senso della gag: tutti e tre i container sono collegati e vengono alimentati dallo stesso tubo, che nel nuovo formato non si vede. In questo modo il senso della scena cambia totalmente, e chi non conosce bene la serie penserà che l’intero dialogo sia inutile e stucchevole.

La ditta traslochi di studenti maldestri

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Un altro episodio della stagione 4 rovinato dal nuovo aspetto in 16:9 è La nuova ragazza del quartiere, che vede Bart innamorarsi della nuova vicina, Laura Powers. Marge, volendo essere una brava vicina, accoglie Laura e la madre a Springfield, e quando lei e Bart arrivano alla loro porta, c’è una gag visiva relativa alla compagnia di traslochi che scarica gli averi dei Powers. la compagnia è denominata Traslochi di studenti maldestri, e a quanto pare i suoi dipendenti non ci sanno molto fare con gli oggetti fragili. Uno degli studenti, infatti, rompe una lampada esclamando sconsolato: “No, di nuovo!“. I tagli disneyani hanno lasciato però il camion fuori inquadratura, coprendo il nome della ditta e lo studente stesso, lasciando gli spettatori ad interrogarsi su chi avesse mai potuto pronunciare la frase “No, di nuovo!” e perchè.

Prendi il loro petrolio

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Le gag visive nei Simpson sono ovunque, perfino nella camera di Nelson. Nell’episodio L’appuntamento di Lisa col teppistello della stagione 8, Lisa si prende una cotta per Nelson, e quando visita casa sua trova alcuni oggetti peculiari del personaggio, come un poster Bombe nucleari sulle balene o uno sticker che recita: Bombarda gli indiani e prendi i loro casinò e Bombarda gli arabi e prendi il loro petrolio. Quest’ultimo è andato totalmente perduto durante l’aggiustamento grafico, e anche se non è rilevante quanto i due esempi precedenti, si aggiunge alla lista di battute rovinate irrimediabilmente. Oltre a ciò, toglie un pezzo alla caratterizzazione del personaggio di Nelson, al quale chiaramente non importa che vengano costruiti casinò su quelle che una volta erano le terre degli indiani o che vengano invasi interi paesi per meri motivi economici. Oppure, semplicemente, non sa assolutamente nulla a riguardo. Così come tanti altri elettori americani, peraltro.

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