Gli episodi di apertura di The Mandalorian hanno iniziato a rispondere ad alcune domande che i fan di Star Wars hanno iniziato a porsi sin dal 1977. Merito questo da attribuire a George Lucas, che se da una parte continua a far tribolare la fanbase con continue alterazioni al duello tra Han e Greedo, dall’altro continua a contribuire nella creazione di un mondo credibile, dettagliato e sfaccettato, proprio come quello di The Mandalorian.
La galassia di Lucas si è trasformata in una rete intricata, piena di qualsiasi forma di vita, fatte di colori, forme e dimensioni differenti, il ché ha inevitabilmente portato gli elementi minori di Star Wars a diventare una vera cultura tra i fan. Il caso esemplare è rappresentato da Boba Fett, il quale trascorse poco tempo sul grande schermo, ma che ora rappresenta l’icona del franchise assieme a Darth Vader, ispirando quella che ad oggi sembra essere la miglior serie del 2019, The Mandalorian.
La serie sta fornendo alcune grandi risposte lunghe più di quarant’anni, come ad esempio la dinamica di funzionamento del sandcrawler dei Jawas, visto per la prima volta ne Una nuova speranza, e molte altre sembrano essere vicine ad avere una risposta – una tra tutte le origini di Yoda, ancora oggi avvolte nel mistero. Tra le risposte fornite fino ad oggi dai primi episodi di The Mandalorian, ve ne sono alcune davvero interessanti, vediamo quali.
Gli utilizzi del naso dei Kubaz
Nel primo episodio di The Mandalorian si vede un appartenente alla razza Kubaz, il quale si ricollega direttamente all’alieno visto a Mos Eisley nel ’77. All’epoca, una figura simile ai medici della peste medievali svelava all’Impero la presenza di Kenobi e Skywalker su Tatooine. L’universo espanso, prima di arrivare a The Mandalorian, aveva già sviluppato ulteriormente questa macchietta, dandogli perfino un nome proprio, Garindan – un maestro nella fornitura di informazioni criminali, poi trasformato in una spregevole spia nostalgica di casa dal nuovo canone Disney.
Indipendentemente dai suoi retroscena, Garindan è diventato famoso per via della sua maschera, anche denominata Long Snoot all’interno della mitologia della saga. In particolare, I segreti di Long Snoot di Delilah S. Dawson ha messo in evidenza come quella parte del suo corpo fosse utile al rilevamento di odori e feromoni, finché The Mandalorian non ci ha mostrato un nuovo utilizzo di questa protuberanza, ben quarant’anni dopo la presentazione dei Kubaz.
Infatti, quando Mando cerca il passaggio di una nave, ad aiutarlo è proprio un Kubaz, che usa il suo muso per suonare una specie di flauto col quale fa chiamare quello che sembra un servizio taxi. Un dettaglio piccolo, insignificante ai fini della trama, ma che aiuta a comprendere meglio la biologia e la cultura di un personaggio oggetto di discussione sin dal ’77. È una brillante aggiunta di dettaglio che ha perfettamente senso, poiché la maschera sul muso è sempre stata forata, diventando simile ad uno strumento a fiato.
Come si va in bagno in Star Wars
Non che sia una domanda esistenziale ai fini della comprensione del canone di Star Wars, ma perfino il più esperto degli Jedi ha sicuramente bisogno di un posto dove andarla a fare durante il giorno. Si crea quindi una delle domande classiche di ogni franchise fantascientifico: in una scenografia molto piccola, i protagonisti quando e dove vanno a fare le proprie cose? Ce lo siamo chiesti tutti. The Mandalorian – almeno per quel che riguarda la dotazione della nave di Mando – fornisce una piccola spiegazione a riguardo, quando viene citato il termine “vacc tube”.
Il concetto non è estraneo ai fan di Star Wars, ma il suo utilizzo non ancora approfondito suggeriva un sistema di smaltimento delle deiezioni piuttosto tradizionale, impiegato in ogni navetta spaziale della galassia. Quello che viene mostrato nella serie, sembra essere il classico servizio igienico che si potrebbe trovare su un treno o un aereo, senza un coperchio e senza nemmeno troppa privacy. Il sistema di scarico non viene mostrato, ma sembra simile a quello tradizionale dei servizi igienici da viaggio, quindi espellendo i rifiuti nel vuoto.
Che ci si creda o meno, la mancata apparizione in quarant’anni dei servizi igienici ha creato non poche controversie nella fanbase di Star Wars. Nessuno aveva mai dato rilevanza a questo genere di comodità, scatenando il continuo aggiornamento di terminologie e supposizioni su come certe cose venissero affrontate nella saga. Perfino nella cella di detenzione di Leia nella prima Morte Nera non ve n’era traccia, l’inserimento del wc in The Mandalorian potrebbe essere significativo di qualcosa di più importante del previsto.
Come funzionano le unità IG
Primo nel suo genere, IG-88 è stato presentato nel 1980 ne L’Impero colpisce ancora, inserito nel gruppo di cacciatori di taglie d’élite ingaggiati da Darth Vader per rintracciare Han Solo e il Falcon. La sua risicatissima apparizione nella saga principale ha attirato, come nel caso di Boba Fett e dei Kubaz, l’attenzione dei fan, tanto che da allora la storia del droide è stata ampliata in più modi nei contenuti originali che formano l’universo espanso. IG-88 non è ancora apparso in The Mandalorian, ma un droide simile, doppiato da Taika Waititi, chiamato IG-11, ha già fatto la sua apparizione.
La sequenza che lo riguarda lo vede affiancare e intralciare Mando durante il recupero del bambino della razza di Yoda, e sebbene la sua apparizione sia breve, fornisce ottime spiegazioni relative al funzionamento di questi droidi. Quanto visto rispetta coerentemente ciò che già si sapeva attraverso i cortometraggi di Forces of Destiny, come l’attitudine di IG-11 a sparare prima di porre domande. In The Mandalorian vediamo il droide ruotare a 360º ogni parte del loro corpo, il ché spiegherebbe perché hanno una reputazione tanto temibile.
IG-11 rivela inoltre che i droidi del suo genere sono fabbricati con un dispositivo di autodistruzione – un detonatore termico – affinché non possano essere catturati dal nemico. Le unità IG, attraverso il detonatore impiantato nel petto, possono farsi esplodere quando lo scontro a fuoco sembra perso, e ovviamente i cyborg non hanno alcuna remora nel farlo. Sin da L’Impero colpisce ancora, i fanno hanno cercato ulteriori spiegazioni sui droidi IG, e anche in questo caso a fornire le risposte è The Mandalorian.
«Niente disintegrazioni!»
The Mandalorian ha poi finalmente fornito delucidazioni riguardo una famosa battuta di Darth Vader rivolta a Boba Fett, durante L’Impero colpisce ancora. Venne pronunciata durante una scena nella quale si vedono una serie di mercenari, tra cui Bossk e IG-88 – figure divenute di culto tra i fan di Star Wars – sebbene sia Fett quello entrato a far parte dell’immaginario collettivo di tutti. Un certo appeal del personaggio proviene proprio da quella battuta, nella quale Vader si raccomanda di mantenere vivo l’equipaggio del Falcon… senza disintegrazioni.
Nel corso degli anni questa battuta ha suscitato interesse, presumendo che Boba Fett avesse la fama di disintegratore, oppure che vi fosse un retroscena tra il cacciatore di taglie e Vader – cosa che in realtà esiste, come raccontato nella raccolta From a certain point of view, in cui il Sith si rifiuta di pagarlo per via di una sua disintegrazione di alcuni obiettivi su Coruscant. Tuttavia, The Mandalorian ha fomentato questo mistero, nella scena coi Jawas della seconda puntata.
Quando il protagonista fa ritorno alla sua nave, ne trova un gruppo intento a saccheggiarla. Il mandaloriano non perde tempo, e con una pallottola speciale inizia a sparare a distanza agli alieni, che vengono letteralmente disintegrati, lasciando a terra solo alcuni pezzi di abiti. Nel corso della puntata, i Jawas si mostreranno infuriati col personaggio di Pedro Pascal, proprio perché “ha disintegrato alcuni di loro”.