La trilogia sequel di Star Wars ha creato non poco scompiglio nella fanbase, dividendola tra coloro che amano alla follia la suddivisione in sottoprodotti disparati le spiegazioni della trama principale, e coloro che invece continuano a sostenere una certa coerenza narrativa all’interno dei capitoli principali del franchise. Ciò che ha comunque reso alquanto appetibile il nuovo canone è la presenza di personaggi che ben rappresentano le minoranze, continuando la tradizione proseguita con Rogue One, Solo e The Mandalorian.

La rappresentazione delle minoranze è alla base dei media moderni e Star Wars intende far proprie queste diversità. JJ Abrams per primo ha voluto sostenere l’importanza che ha la rappresentazione della varietà, spiegando ad una convention il perché del suo essersi soffermato a lungo sulla gestione della diversità all’interno dei suoi capitoli di Star Wars, sottolineando che tutti gli addetti ai lavori dovrebbero fare lo stesso:

Mentre io e Katie McGrath iniziavamo a mettere insieme i mattoni che avrebbero composto Il risveglio della Forza, mi spiegò che pensava di costruire il nuovo Star Wars con una protagonista femminile, attorniata da quattro personaggi principali: un latino, un afro e altri due bianchi, maschio e femmina.

Ci siamo immedesimati nei bambini di tutto il mondo, che andavano a vedere Star Wars e quindi una sorta di versione alternativa di sé stessi. Come si sarebbero sentiti se non avessimo considerato l’impatto sociale su larga scala che avrebbe avuto Star Wars?

Poter fare un film di Star Wars è un privilegio raro, devi per forza chiederti cosa vuoi farne per creare qualcosa di unico. Non puoi semplicemente confezionare qualcosa che vada bene a tutti e accontentare il pubblico, se hai un privilegio, hai di conseguenza anche un obbligo.

Il regista ha poi raccontato come lui e McGrath abbiano innestato in Star Wars il modello della Bad Robot Productions, affinché si garantisse alle persone che prendono le decisioni di rappresentare appieno le popolazioni che stanno servendo. Secondo McGrath, la metà di tutte le persone che vengono chiamate per un colloquio di lavoro – qualsiasi esso sia – dovrebbero essere donne, con almeno il 40% del totale di colore. Il metodo ha fatto sì che il 55% del personale fosse femminile e per quasi la metà fosse di colore. Abrams ha amato questo approccio:

Mi commuove profondamente trovarmi in un luogo di lavoro e accorgermi che attorno a me ci sono persone che non avresti mai pensato di poter trovare affianco a te, che quindi non avrebbero mai potuto fare questo lavoro. Questo nonostante fossero le meglio qualificate, motivo per cui ci assicurammo che venisse data una possibilità a tutti. Non avete idea di quanto sia stato vantaggioso per Star Wars.

Per avere un’idea più precisa sulla rappresentanza nel mondo dello spettacolo, a questo link potete trovare uno studio condotto da una prospettiva ottimista sulle donne registe a Hollywood.

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