
Tiger King non ha ricevuto solo enormi risultati a livello di visualizzazioni, ma ha perfino smosso gli animi di una buona parte dell’opinione pubblica e dei cittadini. Sul frangente hollywoodiano, sono oramai molte le celebrità che a seguito della release del documentario hanno chiesto al governo di varare il Big Cat Public Safety Act, che proibirebbe la proprietà privata dei grandi felini, nonché il contatto pubblico diretto e le interazioni pubbliche pericolose o le coccole con questi animali, adulti e cuccioli. In prima linea per il varo, Joaquin Phoenix, Rooney Mara, Glenn Close, Justin Theroux e altri ancora si sono uniti all’Animal Legal Defense Fund per firmare una lettera aperta ai membri del congresso che li esorta a promuovere l’atto.
Il testo è stato scritto da Gabriela Cowperthwaite, già regista del documentario Blackfish del 2013, che ora spera che Tiger King abbia lo stesso effetto del suo titolo sui proprietari di grandi felini sparsi negli Stati Uniti. Una grande critica mossa contro la documenti-serie Netflix è stata l’evidente messa in mostra del maltrattamento degli animali, sostenendo ulteriormente le accuse mosse a Joe Exotic. Joaquin Phoenix e gli altri sono quindi convinti che la popolarità negativa di Tiger King possa spingere l’opinione pubblica a far sì che l’atto venga varato. Attraverso Variety, Cowperthwaite ha dichiarato:
I documentari possono essere potenti strumenti per il cambiamento, a volte invitando all’azione e altre volte semplicemente raccontando una storia che coinvolge, aprendo una finestra su un mondo di cui gli spettatori non erano a conoscenza. Il pubblico di Tiger King possono sfruttare questa spinta ora, poiché la cattività dei grandi felini richiede un invito all’azione.
La lettera, disponibile alla lettura sul sito dell’Animal Legal Defense Fund, include anche le firme di Kate Mara, Kim Basinger, Paul Wesley, Anjelica Huston, Christopher Walken, Alison Pill, Olivia Wilde, Sarah Silverman e Jenny Slate e descrive alcuni dei maltrattamenti nei confronti di grandi felini commessi nelle proprietà private, incluso il modo in cui gli operatori che allevano le tigri separano con la forza i cuccioli appena nati dalle loro madri – a volte a pochi minuti dalla nascita – sfruttandoli per costosi scatti fotografici coi turisti. Il testo continua affermando che:
Poiché i cuccioli possono essere “maneggiati” per alcuni mesi, drogare le tigri per renderle docili è diventata una pratica comune. Quando invecchiano e la loro esistenza non è più redditizia, vengono spesso irresponsabilmente vendute al commercio degli animali domestici o uccise. Le tigri e altri grandi felini sono predatori ai vertici della catena alimentare, che hanno bisogni e desideri fisici e psicologici complessi. Privarli di esprimere il loro istinto naturale è disumano.
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