Le stime ufficiali sulla perdita che il settore cinematografico dovrà tamponare sono state definite. Secondo Ampere Analysis, la perdita si rifletterà in un arco di ben cinque anni e ammonterà a 160 miliardi di dollari. Gli analisti della società hanno commentato il dato spiegando in che modo la cifra verrà dipanata in una crisi quinquennale decrescente:
Mentre l’impatto più significativo sarà avvertito nel biennio 2020/2021, la crescita del settore sarà ridotta di anno in anno per un periodo di cinque anni. La perdita più significativa sarà quella del settore pubblicitario ma bisogna considerare tutte le altre branche di quest’industria.
Immediatamente dopo la pubblicità, i circuiti cinematografici e le sale in generale dovranno vedersela con una perdita complessiva di 24.4 miliardi di dollari in cinque anni, con una perdita costante che arriverà fino all’11%.
Il report di Ampere Analysis si conclude annunciando quello che sarà l’unico vincitore della crisi, ossia lo streaming, definito addirittura the big winner. Secondo le stime attuali, potrebbe guadagnare il 12% in più sempre su base quinquennale e a far da esempio sono stati i lockdown internazionali, che hanno spostato la fruizione interamente sullo streaming. Cosa che però non fornirà alla pubblicità uno spiraglio da cui riprendere ossigeno, perché perderà comunque 83 miliardi di dollari nei prossimi due anni. Guy Bisson, research director di Ampere Analysis, ha dichiarato:
La pubblicità è il settore più colpito sia nel breve che nel lungo termine, ma non subiranno danni costanti nel tempo come quelli che avranno le sale cinematografiche. Nel frattempo i servizi di streaming emergeranno poiché gli spettatori si appoggiano pesantemente ai fornitori di questo servizio, proprio mentre una serie di nuove piattaforme entrano sul mercato. La chiave per delle prospettive ottimiste a lungo termine è l’accelerazione del cambiamento comportamentale dei consumatori, che andrà a beneficio degli streamer.
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