Dopo aver visto Tom Cruise pendere dall’alto di un precipizio o fare una corsa ultra veloce ancora una volta, non è difficile dimenticare che la coraggiosa star di Hollywood ha iniziato la saga di Mission Impossible a metà degli Anni ’90, ventidue anni fa. Un sodalizio più longevo di tante serie televisive considerate eterne negli Anni ’60 e ’70. L’entusiasmo quasi infantile di Cruise è parte dello spirito apparentemente immortale di Mission Impossible.

In ogni film, Cruise ha trovato nuovi modi per testare le sue abilità come performer fisico e le sue acrobazie coniando delle sequenze divenute cult e icone del franchise. Acrobazie tanto importanti quanto i nomi con cui l’attore ha collaborato durante la saga. Dall’esordio di Mission Impossible nel 1995, grandi registi, sceneggiatori e tecnici si sono susseguiti nel contribuire a tirare fuori il meglio dalle scene d’azione. Brian De Palma, John Woo, JJ Abrams e infine Christopher McQuarrie, quest’ultimo regista di Mission Impossible – Fallout, il miglior prodotto da quando De Palma ha dato il via al franchise.

Fallout inizia con un gruppo terroristico guidato da una misteriosa figura di nome John Lark, in procinto di acquisire tre bombe nucleari per radere al suolo lo status quo. La super sei Ethan Hunt (Cruise) tenta di recuperarle, ma un’operazione che coinvolge i suoi partner di lunga data Benji (Simon Pegg) e Luther (King Rhames) non finisce nel migliore dei modi.

Sapendo che migliaia di persone potrebbero morire in pochi giorni, Hunt intraprende una seconda missione che coinvolge un agente della CIA, August Walker (Henry Cavill coi baffi, quelli tanto discussi durante Justice League) e il villain di Rogue Nation Solomon Lane (Sean Harris). Brivido dopo brivido veniamo guidati a Roma, Berlino e Parigi, con dei colpi di scena che – spesso – rasentano il limite della plausibilità. Cruise arriva a guidare motociclette, saltare attraverso spazi vertiginosi, ma ancora una volta Fallout riesce a scrollarsi di dosso gli stilemi dell’action thriller.

La regia di Mission Impossible – Fallout è la migliore del franchise

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McQuarrie è la ragione di questo pregio di Mission Impossible – Fallout. Alla regia del suo secondo film, è evidente quanto sia migliorato dall’apporto tecnico dato in Rogue Nation. Fallout porta con sé una rinnovata devozione per l’azione e, complice il direttore della fotografia Rob Hardy, i risultati sono sorprendenti.

Gli inseguimenti nelle capitali europee sono girate con precisione, con una suspense e un senso del tempo simile a Ronin di John Frankenheimer. McQuarrie e il team creativo hanno studiato i migliori momenti di Michael Mann e Christopher Nolan, con sequenze di slow motion alternate a picchi di azione. Anche la sequenza del bagno della discoteca, dove Cavill e Cruise sono alle prese con uno dei bersagli, è un esempio della sicurezza acquisita dal regista, che con Mission Impossible – Fallout ha realizzato un master di tono e tempismo.

Altro elemento portante del film è Lorne Balfe, autore della colonna sonora, che riprende il celeberrimo tema di Mission Impossible e lo stravolge in un esplosivo connubio di distorsioni che rimandano al Cavaliere Oscuro di Hans Zimmer. La fondamentale importanza della musica per la suspense in Fallout non è da sottovalutare, anche se spesso prende il posto di momenti di silenzio che avrebbero meglio accompagnato la storia.

I protagonisti di Mission Impossible – Fallout sono dei perfetti uomini d’azione

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Riguardo al rapporto dei protagonisti, in molti film del genere tradizionali i personaggi si ritrovano a litigare o confrontarsi duramente nelle scene più adrenaliniche, mentre in Fallout i compagni di Hunt svolgono il loro lavoro senza battere ciglio, facendoci ascoltare solo il rombo dei motori e gli spari delle armi, per un effetto drammatico piuttosto affascinante.

Come ben presto si scopre, Cavill è un’aggiunta di alta qualità, che in questo film compare nei panni di un personaggio pericoloso ed enigmatico. Altra grande prestazione arriva da Rebecca Ferguson nei panni della misteriosa spia Ilsa Faust – e non dovremmo sorprenderci se dopo Fallout dovesse essere proprio lei a sostituire Cruise, nel caso si ritirasse dal franchise. Sottotono e pressoché inesistente invece la partecipazione di Jeremy Renner.

Nonostante durante le due ore e mezzo alcune scene siano un po’ troppo tirate per i capelli, Mission Impossible – Fallout trova il suo ritmo in modo inaspettato, con una combinazione di thriller, suspense e divertimento. Una volta visto questo sesto capitolo, comunque, il dato di fatto sembra essere la netta impressione che il film sia talmente di alto livello da indurre Cruise a partecipare ancora un paio di volte.

Il trailer di Mission Impossible – Fallout è disponibile qui. Il film è disponibile nelle sale italiane a partire dal 29 luglio 2018.

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  • Regia
  • Sceneggiatura
  • Fotografia
  • Recitazione
  • Colonna sonora
4.4

Riassunto

Col ritorno di Cruise nel sesto capitolo della saga di Mission Impossible, Fallout risulta il miglior film del franchise, complice una regia matura e impressionante di McQuarrie, affiancato da un Rob Hardy ispiratissimo alla direzione della fotografia. Il film alterna momenti dal ritmo discutibile ad altri in cui non si riesce a scollare lo sguardo dallo schermo, portando la narrazione fuori dagli stilemi classici del genere thriller d’azione. Mission Impossible – Fallout riapre i giochi del filone, proponendo tra gli altri una Rebecca Ferguson perfettamente capace di sostituire Cruise, nel caso dovesse mai rinunciare alla parte. Menzione speciale per Henry Cavill, che fuori dal costume di Superman riesce a dimostrare il suo talento attoriale nei panni di un personaggio complesso e tenebroso.

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