Celebre film Disney-Pixar del 2008, WALL-E è una icona dei film d’animazione dello scorso decennio. Celebrato universalmente per la maestria con cui vengono narrati temi profondi e preoccupanti pur mantenendo uno spirito positivo e, alla fine, persino ottimista. Candidato a sei premi Oscar e vincitore di quello come miglior film d’animazione, WALL-E parla della storia di questo piccolo robot il cui compito è compattare la spazzatura.

Abbandonato sulla Terra dopo che l’umanità l’ha avvelenata e resa inabitabile, il suo compito (e quello dei suoi simili, ormai non funzionanti) è quello di rendere la vita nuovamente possibile sul pianeta. WALL-E però non è una semplice macchina: ha sogni, speranze e soprattutto un animo che risulterà molto più umano dei veri esseri umani. La creazione, questa macchina col più basso dei compiti, sarà infatti la forza che spingerà l’umanità a rimettersi in piedi. Il loro esilio sulla nave Axiom, in attesa che la Terra fosse nuovamente abitabile, li aveva infatti portati ad una degenerazione fisica e mentale. Sarà grazie ad EVE – un robot scout mandato dall’astronave umana – e al protagonista che l’umanità scoprirà come il pianeta sia già tornato in uno stato abitabile.

WALL-E – la nostalgia come elemento evolutivo

WALL-E CinemaTown.it

Il personaggio di WALL-E risulta non una semplice macchina dedita al solo compito per cui è stata creata. Abbandonato sulla Terra per colpa di peccati altrui, in cui possiamo ritrovare un forte parallelismo religioso, WALL-E lavora ma, allo stesso tempo, ha assunto una propria personalità. Quando viene a contatto con degli oggetti interessanti infatti li riporta nella sua “casa”, un veicolo da trasporto. Qui sono immagazzinate una innumerevole quantità di cianfrusaglie, reminiscenza della caverna di Ariel ne La Sirenetta, ed un marchingegno che fonde un lettore di videocassette ed un IPod. Il protagonista qui si mostra profondamente umano nello spirito, riordinando le sue scoperte con il sottofondo di Hello, Dolly! ed imitandone i passi.

WALL-E infatti, nonostante sia chiaramente una macchina (e neppure troppo evoluta), risulta umanizzato grazie al contatto che riesce a sviluppare con la cultura umana. Il suo collezionare, catalogare ed il suo comportamento generale sono non intrinsechi ma appresi grazie all’osservazione del mondo che gli è stato lasciato. Meccanici Adamo ed EVE, ciò che vedono li porta non ad analizzare ma ad apprendere, a costruire il proprio io e le proprie azioni. In questa versione della Genesi rovesciata il contatto con la cultura del genere umano non porta loro dannazione ma, al contrario, porta all’umanità salvezza.

WALL-E – robot, umano

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La sua umanità però si ritrova anche nel suo desiderio di un contatto con qualcuno, di affetto. Il suo contatto con EVE non risulta solo una pura interazione tra macchina, è un incontro emotivo ed affettuoso che nulla ha di robotico. Questo porta anche al suo ruolo, quasi biblico, di portatore di verità per l’umanità. Questa macchina, creazione dell’uomo, ritorna dai creatori non solamente con freddi dati ma con un duplice messaggio di vita. La vita che egli, come EVE e come il cattivo, l’autopilota della nave AUTO, dimostrano non è simulata. Ed essi non solo portano la loro umanità, nel bene e nel male, ma portano anche un messaggio di vita della Terra.

La piantina, trovata dal nostro eroe all’inizio del film, riporta la speranza al genere umano. Questa speranza appare non solo in chiave psicologica ma anche fisica. L’umanità, ridotta da AUTO a semplici masse di carne che non fanno altro che mangiare e guardare i loro schermi, vede in WALL-E ed in questa piantina un futuro per tutti loro. La Terra, che avevano abbandonato 700 anni prima, gli ha mandato un messaggero ed un messaggio insperati. La forza con cui la pianta arriva sulla Axiom non è vista come una normale procedura tecnologica ma come un evento eccezionale che è sopravvissuto ad innumerevoli peripezie.

WALL-E – un eroe ecologista apolitico

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Questa figura eroica viene universalmente celebrata nonostante la chiara forte natura del suo messaggio da figure di tutti gli schieramenti politici. Le motivazioni di questo possono essere ritrovate nella dualità nell’essere eroe della figura di WALL-E. Da un punto di vista più ecologista vediamo il protagonista come un chiaro portatore di un messaggio positivo dopo una tragedia puramente umana. Il mondo, avvelenato dal riscaldamento globale, da un eccessivo consumo di risorse e da uno sfruttamento insensato ci ha abbandonato. Solo dopo le centenarie cure di WALL-E (e l’assenza del genere umano) il pianeta è nuovamente disposto ad accoglierci. Questo però non è il solo punto di vista utilizzabile.

Se vediamo WALL-E possiamo notare come, nel film, non vengano mai esplicitamente spiegate le cause del disastro sulla Terra. Si vede spazzatura, si capisce che il pianeta è invivibile ma allo stesso tempo non si usa mai la terminologia scientifica per definire le cause. Un pubblico meno incline a credere al dato scientifico dell’inquinamento globale si ritrova però ugualmente catturato dal protagonista. Il perché sta nel fatto che WALL-E, sempre in chiave biblica, serve da liberatore dell’umanità dalla schiavitù delle macchine.

Solo grazie alle sue azioni infatti l’umanità si risveglia da quel torpore che l’ha tenuto prigioniero per centinaia di anni. Questa macchina molto umana ha riportato l’uomo sui suoi passi, aiutandolo a riprendere in mano la propria vita ed il proprio destino. Seppure entrambe le interpretazioni siano valide e coesistano armoniosamente un pubblico più attaccato alle questioni sociali, ecologiche e politiche può rivedersi nel messaggio del film. Ampliando il pool di spettatori nessuno viene alienato dai messaggi trasmessi, siano essi colti attivamente o in modo subliminale.

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