Dal 28 Agosto al 7 Settembre, Venezia tornerà al centro del mondo grazie alla 76esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia. Negli ultimi anni, la gestione Barbera ha consentito al Festival di trasformarsi in una rampa di lancio per molti film americani che, poi, sono stati protagonisti alle successive edizioni degli Academy Awards. Titoli quali Gravity, Il caso Spotlight, Birdman, La forma dell’acqua, A star is born, Roma e La Favorita hanno avuto la loro anteprima mondiale proprio alla Mostra del Cinema. Grazie ad una serie di accordi con produzioni, distribuzioni e catene alberghiere, il team di Alberto Barbera è riuscito a rendere Venezia nuovamente interessante per gli americani che, sempre più spesso, decidono di portare al Lido i loro prodotti più attesi.

Grande interesse, poi, ha suscitato la decisione di aprire le porte a Netflix e ad Amazon Studios che, anche quest’anno, saranno presenti con un massiccio numero di progetti. A differenza del Festival di Cannes, Venezia ha dimostrato di non arroccarsi su posizioni tradizionaliste ma di accogliere il futuro a braccia aperte. Infine, da non dimenticare è la sezione Virtual Reality, incentrata su prodotti in realtà virtuale presentati all’Isola del Lazzaretto Vecchio, vicina ma non troppo al Lido. Insomma, come a suggerire che la Virtual Reality è dietro l’angolo ma che, ancora, non si può considerare come facente parte della larghissima famiglia del mondo cinematografico. A questo punto, diamo un’occhiata ai dieci titoli che hanno già convogliato l’attenzione di pubblico e critica e che noi aspettiamo con notevole curiosità ed emozione.

Joker (Todd Phillips)

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Tutti ne parlano da più di un anno. E la notizia clamorosa è che Warner Bros abbia concesso Joker non soltanto in anteprima mondiale alla Mostra del Cinema di Venezia ma che il film sia stato inserito addirittura in Concorso. Insomma, si tratta del primo cinecomic che approda ad una mostra del cinema. L’indizio è rilevante e sintomatico della volontà di Warner di portare Joaquin Phoenix dritto verso il primo Premio Oscar come Miglior Attore Protagonista. Il film, prodotto da Bradley Cooper, racconta la storia di Arthur Fleck, attore comico fallito ed ignorato dalla società. L’uomo vaga per le strade di Gotham City e inizia una lenta e progressiva discesa negli abissi della follia, sino a diventare una delle peggiori menti criminali della storia. Ispirato ad un capolavoro come Taxi Driver, Joker promette di essere uno dei migliori film della stagione.

Ad Astra (James Gray)

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Dopo anni di assenza dalla Mostra del Cinema di Venezia, il figliol prodigo torna a Venezia con Ad Astra, dramma fantascientifico con Brad Pitt, Liv Tyler e Donald Sutherland. La sua prima (e ultima) volta al Lido risale al 1994 quando, a soli 25 anni, James Gray presentò a Venezia il suo film di debutto, Little Odessa, che fu sufficiente e designarlo come il nuovo wonder boy del cinema americano. Da lì in poi, sarebbero seguiti una serie di clamorosi successi quali I padroni della notte e Two Lovers, che hanno contribuito ad affermare Gray come uno dei cineasti americani più quotati al mondo.

Ancora una volta dopo Civiltà Perduta, il più coppoliano dei suoi film, anche per Ad Astra, Gray ha tratto ispirazione da Cuore di Tenebra di Joseph Conrad. Ancora una volta, l’attesa nei confronti del nuovo film di questo regista, che non ne vuole proprio sapere di rinunciare al suo sogno, è massima. Ben presto sapremo se Gray è stato ancora in grado di sorprenderci con i suoi milioni di non detti che fanno sentire il loro eco in un sorriso smorzato, in una parola sussurrata, in uno sguardo imbarazzato ad occhi bassi.

Ema (Pablo Larrain)

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La 76esima Mostra del Cinema di Venezia vedrà il ritorno in concorso di un altro degli affezionati al Lido. Stiamo parlando di Pablo Larrain, il regista-bambino che tratta i suoi film come fossero delle bombe pronte alla detonazione. Il cineasta è già stato presenta a Venezia con Post Mortem e Jackie, rispettivamente nel 2008 e nel 2016, ed è stato membro della Giuria Ufficiale nel 2013. Il film ha destato molta attenzione. A detta di Larrain, si tratta di un melodramma musicale in cui le persone mettono in pratica i loro sentimenti e le loro emozioni, danzando e muovendosi nel tessuto cittadino.

Nel corso degli anni, Larrain ha dimostrato di essere uno dei registi a saper gestire meglio i materiali di repertorio (e film come Jackie e No lo dimostrano ampiamente) e a saper costruire la sua ragnatela filmica su un abile intreccio tra materiali già girati e fiction. A tornare in Ema è anche Gael Garcia Bernal, attore feticcio di Larrain, qui alla sua terza collaborazione con il regista cileno.

Marriage Story (Noah Baumbach)

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L’ultimo film del regista di De Palma, documentario sull’autore di Carrie – Lo sguardo di Satana presentato pochi anni fa al Lido, fa parte del lotto che Netflix porta al Lido. Forte di un cast di primo livello che comprende i nomi di Adam Driver, Scarlett Johansson, Laura Dern e Ray Liotta, l’ex sceneggiatore di Wes Anderson torna a parlare di conflitti coniugali e di famiglie disfunzionali. In particolar modo, Marriage Story narra la storia di una coppia di genitori alle prese con un divorzio che li spinge a muoversi tra New York e Los Angeles.

Il film assume tinte autobiografiche, dal momento che lo stesso regista, nel 2010, ha affrontato il divorzio dalla moglie, che ha descritto come un evento paragonabile ad un lutto. Ormai è chiaro che Noah Baumbach è uno dei migliori sceneggiatori al mondo e degno erede della commedia acida in stile Woody Allen. Fondamentalmente, sono questi aspetti a rendere Marriage Story come uno dei film più attesi della Mostra del Cinema di Venezia.

Martin Eden (Pietro Marcello)

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Pietro Marcello ha detto di considerare il cinema come una sorta di montagna e ha paragonato il materiale di repertorio di cui fa uso ricorrente alle sorgenti che danno acqua a questa montagna. Anche in Martin Eden, ispirato al romanzo di Jack London ed interpretato da Luca Marinelli, Marcello utilizza materiale di repertorio per raccontare uno dei grandi temi dell’Ottocento e del primo Novecento: il ruolo dell’individuo nella società. Il film racconta l’innamoramento di un giovane povero ed ignorante per una ragazza ricca ed istruita. Si tratta di un viaggio nell’amore romantico, nel mondo del potere, della cultura e dell’ideologia.

Dopo il tour de force estremo per raggiungere un livello sociale diverso dal suo, Martin si rende conto che il viaggio non lo ha condotto dove voleva. Ovviamente, la grande sfida del film è stata quella di trasportare l’intera vicenda in Italia, e, più precisamente, a Napoli e trovare una giusta contestualizzazione. Per questo regista, che è uno dei più amati ma, allo stesso tempo, più misconosciuti nel panorama cinematografico italiano, si tratta del primo grande film. Ben presto, ne sapremo di più.

Wasp Network (Olivier Assayas)

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Esattamente un anno dopo Doubles vies, Assayas torna nuovamente alla Mostra del Cinema di Venezia con Wasp Network. Il film racconta la storia di cinque prigionieri politici cubani, imprigionati negli Stati Uniti alla fine degli anni Novanta con l’accusa di spionaggio e di omicidio. Il gruppo è composto da spie che, con la Guerra Fredda ormai giunta al termine, furono inviate dai servizi di controspionaggio di Cuba con l’obiettivo di monitorare un blocco anti-Castro con sede in Florida. Dopo essersi dedicato ai conflitti di una famiglia borghese e alle derive della tecnologia moderna, Assayas torna al thriller con un cast di prim’ordine che comprende Gael Garcia Bernal e Penelope Cruz. Il regista ha alle spalle una filmografia di primissimo livello e non dubitiamo che Wasp Network sarà uno dei film meglio accolti durante la prossima Mostra del Cinema di Venezia.

La vérité (Hirokazu Kore-eda)

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Il debutto di Hirokazu Kore-eda in una produzione internazionale avrebbe dovuto aprire la scorsa edizione del Festival di Cannes ma un intoppo (l’apertura già promessa da Thierry Fremaux a The Dead Don’t Die di Jim Jarmusch) lo ha portato dritto tra le braccia di Alberto Barbera, che gli ha concesso l’apertura. La véerité è il primo film non americano che apre la Mostra del Cinema di Venezia da diversi anni a questa parte e inserisce Venezia nella tradizione europea cannense. La protagonista, Fabienne, è una star del cinema francese circondata da uomini che la ammirano e la adorano. Quando pubblica la sua autobiografia, la figlia torna a Parigi da New York con marito e figlia. L’incontro con la madre si trasformerà ben presto in un confronto che porterà a galla sconvolgenti verità.

Kore-eda è da sempre il cantore dei drammi familiari e dei tenui o forti legami che sanciscono il significato di essere parenti. Titoli quali Father and son, Ritratto di famiglia con tempesta e Un affare di famiglia lo hanno eletto come uno dei maggiori registi contemporanei. Tutto ciò, unito ai nomi di Ethan Hawke, Juliette Binoche e Catherine Deneuve, basta a rendere La vérité come uno dei film più attesi della prossima stagione?

The New Pope (Paolo Sorrentino)

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La chiesa cattolica di Paolo Sorrentino torna protagonista alla Mostra del Cinema. Il regista partenopeo, infatti, porterà al Lido il suo The New Pope, inizialmente annunciata come seconda stagione di The Young Pope e ammantata di mistero. La serie, infatti, non sarà propriamente un sequel ma dovrebbe raccontare una nuova storia, sfruttando, però, personaggi già presentati. Nel cast, torneranno Jude Law, Javier Camara, Silvio Orlando, Cecile De France e Ludivine Sagnier, accompagnati dai nuovi ingressi di John Malkovich, Sharon Stone e Marilyn Manson. Al Lido, saranno mostrati il secondo ed il settimo episodio di questa serie che rappresenta il compendio degli eccessi sorrentiniani.

ZeroZeroZero (Stefano Sollima)

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Altro giro, altra serie presentata al Lido. Dopo The New Pope, il tappeto rosso veneziano tocca anche a ZeroZeroZero diretta da Stefano Sollima e tratta dal romanzo omonimo di Roberto Saviano. Ad affiancare il regista italiano alla regia, ci sono anche Pablo Trapero e Janus Metz. La serie racconta i traffici internazionali di cocaina e le sue conseguenze su scala mondiale, tra ‘ndrangheta e uomini d’affari corrotti che si contendono la supremazia. Negli ultimi anni, Stefano Sollima si è affermato come uno dei registi italiani più noti all’estero, dirigendo film quali ACAB – All Cops Are Bastards, Suburra e Soldado ma, più di ogni altra cosa, serie quali Romanzo Criminale e Gomorra. L’approdo ad una Mostra del Cinema di Venezia di un regista action come lui non può che destare profonda attenzione e curiosità.

5 è il numero perfetto (Igort)

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Collocandosi sullo stesso sentiero percorso da Lo chiamavano Jeeg Robot, Ammore e malavita, la saga di Smetto quando voglio, Il Primo Re, La befana vien di notte ed il prossimo Freaks out, anche 5 è il numero perfetto promette di rivolgersi ad un target di pubblico diverso rispetto allo standard familiare perseguito dalle produzioni italiane. Toni Servillo, Valeria Golino, Iaia Forte e Carlo Buccirosso incarnano i personaggi disegnati e raccontati da Igort nel suo omonimo graphic novel. L’autore sardo è anche il responsabile della regia di questo film, che può vantare artisti quali Walter Fasano al montaggio e Nicolai Bruel come direttore della fotografia. 5 è il numero perfetto è ambientato nella Napoli piovosa e notturna degli anni Settanta e raccontano una serie di azioni e di reazioni violente legate al mondo della camorra. Perché lo attendiamo? Perché potrebbe restituire un affresco napoletano diverso dal solito legato al modello de L’amica geniale e perché la resa di un cinecomic incuriosisce sempre e comunque.

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